Nocciole, preziose… ma non bastano mai

Migliorano i dati di produzione nazionali. Due esempi di approvvigionamento che guardano al futuro: Pernigotti e Loacker (da Gdoweek n. 3/2017)

Una risorsa preziosa. La nocciola è una delle principali materie prime per la realizzazione di molti prodotti dolciari. Per questo è molto richiesta dall’industria (circa il 70% della produzione). In Italia, secondo produttore mondiale con una quota del 14% alle spalle della Turchia, il nocciolo è coltivato in maniera intensiva in poche zone: Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia. Stima una produzione 2016 di 130.000 tonnellate su circa 68.600 ettari coltivati, ed entro il 2022 si prevede una riconversione di altri 20.000 ettari, per un +30% di superficie e +40% di volume. La varietà di nocciola coltivata in Piemonte è la Tonda Gentile Trilobata, che nella declinazione Igp arriva a quotazioni di 9,30 euro/kg per la destinazione industriale. La sua produzione è concentrata nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria. Attualmente la provincia di Cuneo detiene il primato in Piemonte della superficie coltivata a nocciolo con i suoi circa 7.000 ettari.
La nocciola presenta importanti potenzialità economiche, con un valore che può arrivare a 400-500 euro al quintale di prodotto raccolto; molto più alto rispetto ad altre produzioni agricole. Quella del Piemonte è particolarmente apprezzata dall’industria dolciaria per i suoi parametri qualitativi (forma sferoidale del seme, gusto ed aroma dopo tostatura, elevata pelabilità e buona conservabilità). Oggi la produzione regionale si avvicina a 15.000 tonnellate, che rappresentano circa l’8-9% di quella nazionale (dati: Consorzio Tutela Nocciola Piemonte). Il vero problema è che la produzione italiana di nocciole non riesce a coprire per intero le necessità industriali. “Noi utilizziamo in misura massiccia le nocciole italiane e quelle piemontesi in particolare -sottolinea Alessandro Sandiano, direttore marketing di Pernigotti-. Ma si tratta solo di una parte del fabbisogno industriale. Per questo, come tutta l’industria dolciaria che usa la crema di nocciola come prodotto di base, siamo costretti a cercare anche altre fonti di approvvigionamento, è il caso per esempio delle nocciole turche, di cui c’è una buona disponibilità”. Pernigotti seleziona puntualmente gli ingredienti con un’attenzione alla qualità delle materie prime che ne garantisce la freschezza e autenticità. “La crema di gianduia è uno dei nostri prodotti più famosi, ed è realizzata sostanzialmente con nocciole, cacao e un po’ di burro vaccino”. Mediamente ogni anno in Pernigotti vengono lavorati 1 milione e 300mila kg di cioccolato e 710mila kg di nocciole, provenienti dalla Turchia e dall’Italia.

L'intero articolo su Gdoweek n. 3/2017

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