Parte da Rovigo il rilancio della Serenissima

Si candida a diventare il primo porto dell’Adriatico. La sua collocazione è prevista, secondo i piani, entro la fine del 2010 se non ci saranno intoppi, al largo del delta del Po, in mare aperto a poco più di 2 miglia nautiche dalla costa: in modo da poter essere raggiunto dalle chiatte di carico/scarico, ma anche da presentare una profondità superiore ai 25 metri. Si tratterà di una piattaforma a mare a disposizione delle grandi navi da trasporto intercontinentali, capace di offrire uno scalo ideale per le imbarcazioni in arrivo dalla Cina. La struttura ha una dimensione progettuale iniziale di 55.000 mq, con doppio lato di attracco e spazi coperti per ospitare il cross-docking nelle rotture di carico. Arrivo e ripartenza possono avvenire in modo rapido e concorrenziale. Come richiesto dal mercato.
 
Un grande polo infrastrutturale 
Rovigo vuole riportare il Veneto al centro dei giochi. Come? Immagina un futuro logistico di prima grandezza per un territorio che gode di doppia componente di favore: una preziosa libertà di spazi in una regione sovraffollata e un reticolo di infrastrutture di trasporto servite, finora, per aggirare la provincia e catapultarsi verso mete di maggiore interesse e rilevanza strategica. Ha deciso di coinvolgere tutti gli attori in campo, appoggiandosi a Verona, Padova e Venezia, con il chiaro intento di non escludere nessuno. Ed è, forse, questa la chiave di lettura che porterà al risultato finale. Intanto attorno all’interporto del capoluogo sono sorti altri 7 poli logistici per circa 14 milioni di mq strutturati, solo 6 dei quali rimasti ancora sul mercato. Sono pronti a smistare l’afflusso di merci proveniente da Oriente. Lo faranno via acqua (Mantova, Ferrara, Cremona, Venezia, Trieste), ferro e gomma, approfittando dell’incrocio dei due grandi corridoi di transito europei sulle direttrici est/ovest e nord/sud. I promotori mirano a sfruttare ogni opportunità territoriale concessa: il sistema viario fluviomarittimo già navigabile, per esempio, ma anche gli ampi lotti edificabili disponibili (nel Polesine come nell’entroterra) nonché un sistema viario stradale ormai a regime. L’intera iniziativa, in gran parte già operativa, non manca di riscuotere interessi concreti.

Un progetto che guarda a Oriente
È in arrivo a Rovigo anche la svedese Ikea, pronta ad aprire il maggiore centro logistico meridionale del suo sistema di movimentazione merci europeo; la stessa piattaforma a mare ha già ricevuto concrete offerte di acquisto da parte di investitori bancari cinesi. Proposte che non sono state accettate: la gestione rimarrà a Interporto Rovigo, mentre fra i soci promotori spicca il porto di Venezia. Attualmente il sistema accoglie mais e soia, acque minerali, inerti, forniture meccaniche. Ovviamente le potenzialità sono estremamente più elevate. Si assiste, per certi versi, al rilancio strategico di una vocazione antica: come se la regione volesse rimettersi in competizione con gli scali anseatici del nord europeo con un progetto che intende far decollare il Veneto di 3ª generazione. Il lancio dell’intero sistema logistico andrà di pari passo con gli investimenti turistici, volti a creare un unico pacchetto propositivo: quella idrovia da centinaia di km, capace di integrare il Garda, le lagune, il delta, le città rinascimentali, le spiagge e, ovviamente, Venezia.

L’obiezione
Il delicato equilibrio naturale non ha mai impedito agli olandesi, per esempio, di darsi strategie globali. Sarà così anche per il Polesine e la laguna del 2010.

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