Per far fronte alla crisi si può agire sul packaging

In tempi di crisi economica le aziende devono pensare prima di tutto a ridurre i costi per cercare di mantenere margini di profitto. Tra i tanti fronti sui quali agire, le imprese che producono beni di consumo confezionati possono pensare di modificare il packaging dei propri prodotti.
Nielsen a tal proposito indica la strada da seguire per non incappare in scelte errate che possano andare contro le preferenze dei consumatori.

Le innovazioni sulla confezione possono generare consistenti risparmi e "media buzz" positivi, osserva l’analista: si può agire prima di tutto sul materiale, eliminando un elemento o utilizzando un sistema di chiusura meno costoso.
In generale, in momenti di crisi l’ultima cosa da fare è quella di alzare i prezzi, offrire un minor numero di sconti o, peggio ancora, commercializzare con lo stesso prezzo prodotti di qualità inferiore, mentre è lecito ottimizzare mettendo in vendita confezioni più grandi, con un costo per unità più basso (upsizing). Le classiche “offerte famiglia”, dunque, che secondo Nielsen piacciono al 46% dei consumatori e che permettono al produttore di ottenere economie di scala. Ma l’upsizing ha un rovescio della medaglia: bisogna fare attenzione a non oltrepassare la soglia di prezzo oltre la quale il consumatore non ritiene più sostenibile l’acquisto. Oppure offrire una confezione con dimensioni tali da non essere più maneggevole.

Le percentuali di gradimento dei consumatori scendono passando ad altre strategie di ottimizzazione che, tuttavia, secondo Nielsen è possibile considerare con le opportune precauzioni: introdurre confezioni più piccole con prezzi più bassi (accettata dal 18% dei consumatori), oppure ridurre leggermente le dimensioni del prodotto a parità di prezzo(downsizing), uno stratagemma tollerato dall’11% degli acquirenti. In realtà, osserva Nielsen, il downsizing tout court è percepito molto negativamente e la strategia è dunque rischiosa, consente di sostenere i margini unitari nel breve periodo ma nel lungo termine può incidere negativamente sul brand. Bisogna allora puntare su nuovi benefici (come una migliore usabilità) che compensino la riduzione delle dimensioni.

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