Il 55% delle pmi italiane, intendendo con il termine le aziende produttive con meno di 20 addetti, ha già sostituito la connessione telefonica tradizionale con un centralino basato sul Voip. La notizia si ricava da un'ampia indagine compiuta da Censis per Confartigianato su come le imprese intendano l'innovazione e che trova ampio spazio nel recente rapporto 2007 dello stesso istituto di ricerca. Il dato non è forse importante di per sé, ma dimostra come le imprese siano sempre più attente a che cosa offre loro la tecnologia per migliorare il loro lavoro e risparmiare sui costi.
● Piccole aziende investimenti miliardari Una stima effettuata da Censis su una platea di 145mila piccoli imprenditori (un quarto delle Pmi italiane) fa ammontare la portata degli investimenti a vario titolo effettuati a un valore pari al 13% delle ore lavorate e a 1,8 miliardi l'anno: quasi un quinto (il 19% per la precisione) delle spese aziendali. Interessante però notare l'approccio, non del tutto ortodosso, che le imprese dichiarano di seguire: infatti -dice l'istituto romano-. queste puntano soprattutto ad una tipologia di incrementale, fatta di attività non codificate, frutto più dell'esperienza sul campo e solo in parte riconducibile a una specifica attività di ricerca nel senso classico del termine.
● Qualche numero Fra le imprese che dichiarano di svolgere attività di innovazione, il 42,6% realizza attività di ricerca anche in modo informale, mentre oltre il 73% utilizza processi e tecniche di produzione innovativa, il 63,5% si dedica all'innovazione di prodotto e il 61,5% introduce nuovi materiali nei propri cicli produttivi.
● Riduzione dei costi Le scelte delle imprese indagate da Censis appaiono perlopiù orientate al contenimento dei costi, come mostra anche l'esempio del Voip e al miglioramento della produzione dal punto di vista del rapporto tra qualità e prezzo; né può essere diversamente in uno scenario globalizzato dove la guerra è quella dei prezzi e le innovazioni, killer del mercato, la possono fare solo le multinazionali in grado di mettere singolarmente sui piatti milioni di euro per la ricerca nei loro laboratori. Nonostante questo, sottolinea il rapporto, l'attività dell Pmi smentisce in parte il luogo comune che vede l'Italia in ritardo nella competitività produttiva.
|