Referendum Esselunga sul lavoro domenicale: il 60% vota sì

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Il 60,3% di lavoratori Esselunga ha votato sì, il 38,55% ha scelto il no. L'accordo entrerà in vigore il primo maggio 2016 e avrà la durata di un anno

Il referendum indirizzato ai lavoratori di Esselunga, invitati ad esprimere la propria opinione sull'ipotesi di accordo sul lavoro domenicale siglata lo scorso 22 gennaio tra l’insegna distributiva e le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, si conclude con il 60,3% di voti favorevoli e il 38,55% sfavorevoli. Probabilmente ci si aspettava una schiacciante vittoria del sì che raggiunge invece la maggioranza per appena il 10% di votanti.
Al referendum, che si è svolto il 26 e 27 febbraio negli store Esselunga, hanno partecipato 15.190 addetti “elettori” su 19.732 aventi diritto. Dall’iniziativa sono rimasti esclusi alcuni depositi e alcune sedi.
A questo punto, sulla base dei risultati ottenuti, il nuovo accordo entrerà in vigore il 2 maggio e sarà sperimentato per un anno.
Le organizzazioni sindacali ritengono questo accordo “uno strumento utile a migliorare le relazioni sindacali con una delle più importanti imprese italiane e auspicano pertanto che Esselunga dimostri nella fase di gestione, disponibilità ad accogliere con spirito costruttivo le proposte che le RSU/RSA di negozio di volta in volta avanzeranno”.

La Filcams Cgil spiega: “Nei negozi si effettueranno confronti preventivi per definire gli organici necessari a garantire il presidio domenicale. La volontarietà rimarrà il criterio prioritario. Ai lavoratori assunti con obbligo della prestazione verranno garantite domeniche libere dal lavoro che la contrattazione decentrata potrà ampliare nella numerica di partenza prevista dall’accordo nazionale. Sempre la contrattazione di punto di vendita potrà agire sul numero massimo delle domeniche potenzialmente lavorabili e introdurre compensazioni quali un sabato e domenica liberi ogni 10 domeniche lavorate”.

C'è chi dissente. E se i sindacati confederali hanno lavorato fianco a fianco sostenendo una linea comune, c’è chi invece non ha sostenuto la linea del sì. È il caso della Confederazione Unitaria di Base (CUB) sindacato di base operante nel nostro Paese e presente nel CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro i cui componenti sono designati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri prendendo a base la rappresentatività). Flaica Cub, che gestisce il settore del commercio e dell’industria alimentare, utilizza toni forti per sottolineare, dal loro punto di vista, l'assunzione, da parte del lavoratore, di nuovi obblighi per senza contropartita.

Accordo da monitorare. Stefano Franzoni, segretario nazionale Uiltucs Uil, precisa: “La materia è delicata e sofferta, abbiamo impiegato un anno per arrivare alla firma dell’accordo e la scelta del referendum è stata fatta proprio per questo motivo. Le percentuali non ci sorprendono, per molti lavorare la domenica continua a essere un elemento di sofferenza e forse anche di ingiustizia. Ma ritengo sia facile giudicare senza aver preso parte alle trattative. Se mi si domanda, invece, se si poteva fare di meglio, rispondo sì. Infatti, questo accordo ha una durata ben precisa perché l’azienda sa che la materia dovrà essere ripresa in occasione del rinnovo del contratto aziendale”.

 

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