Retex, l’innovazione nel retail è complessiva

Fisico e digitale senza soluzioni di continuità con l’obiettivo di creare una shopping experience distintiva (da Gdoweek n. 4)

Con una storia alle spalle relativamente breve (è stata fondata nel 2010), Retex è riuscita a ritagliarsi uno spazio rilevante nel panorama dei player focalizzati nell’offrire soluzioni per l’innovazione del punto di vendita, soprattutto nei settori della gdo, fashion & luxury, food & beverage ed entertainment, dove gestisce oltre 5.000 punti di vendita. Oggi il gruppo è presente con uffici non solo a Milano dove ha il suo quartier generale, ma anche a Londra, Firenze, Torino, Modena e Ivrea. Tra le società del gruppo è presente Digital Retex, partner ufficiale di WeChat (Tencent) per l’Europa, la piattaforma social cinese con oltre un miliardo di utenti. Digital Retex, gestisce molteplici brand occidentali su WeChat in termini di comunicazione, marketing e vendite. Gdoweek ha incontrato Fausto Caprini, fondatore e amministratore delegato di Retex per parlare del retail contemporaneo e dei trend evolutivi in corso.

Quali risultati avete conseguito?

I numeri di esercizio ci dicono che nell’ultimo anno siamo cresciuti di oltre 15% rispetto l’anno precedente e proporzionalmente è aumentata la redditività. La nostra strategia iniziale è confermata dai trend evolutivi del mercato, soprattutto nei tre settori più importanti per noi che sono gdo, fashion e lusso e ristorazione.

Entrando nel dettaglio?

Nella gdo si è esasperata maggiormente la competizione tra i player attraverso l’innovazione, soprattutto a livello di punto di vendita, la più visibile al cliente finale. Così sono aumentati gli investimenti nel self-retail, sull’estensione dei servizi di eCommerce e sulle piattaforme interattive per mobile. Nel settore fashion & luxury continuano a crescere i volumi prodotti dalla clientela cinese e la scelta di supportare il canale elettronico WeChat Digital Retex è stata per noi una scelta azzeccata anche grazie al riconoscimento di Tencent come unico trusted partner europeo. Nel food & beverage, come certificato anche da studi accreditati come il rapporto Coop, cresce l’out of home (che erode quote alla grande distribuzione), in cui gli investimenti in ambito digitale crescono, non solo e non tanto per la consegna a domicilio. È uno dei settori più dinamici dove gli investimenti in innovazione sono continui.

Come Retex sta investendo?

Stiamo procedendo con acquisizioni come abbiamo fatto in Cina con una società che ci aiuterà a supportare tutte le aziende italiane che vorranno sviluppare il loro business in terra cinese. Abbiamo anche acquisito una società che fa contenuti, in particolare realtà aumentata e tutti i media che possono incrementare l’engagement nel punto di vendita. Infine abbiamo acquisito una software company che opera nell’ambito backoffice della grande distribuzione. Sostanzialmente il piano strategico che abbiamo definito del 2013 è stato raggiunto nel 2017 e l’anno scorso abbiamo nuovamente costruito un nuovo piano strategico che si compirà nel 2022. Al termine di questo percorso il nostro obiettivo è configurarci come l’attore più influente nel mercato retail italiano per l’innovazione.

Chi sono i vostri competitor?

Siamo alla ricerca di un posizionamento originale e questo ci mette in competizione con diversi player ma solo per specifiche aree. Per esempio ci confrontiamo con player che operano nel settore delle soluzioni per punto di vendita; tuttavia quando operiamo prettamente in ambito digitale abbiamo come competitor player internazionali molto consolidati. Poi vi sono anche casi in cui siamo partner e competitor allo stesso tempo.

Rispetto all’eCommerce, come si sta muovendo la gdo?

Dal nostro punto di vista, un’osservazione importante la si può fare sui network in franchising. In questo ambito, il singolo imprenditore non ha oggi di fatto, la possibilità di competere sul canale elettronico. È vero che centralmente i player più importanti della gdo hanno piattaforme per l’eCommerce, ma non permettono al singolo associato di promuovere il proprio punto di vendita in modo distintivo. È questo è un limite.

Diamo un outlook sul futuro del retail...

Occorre distinguere tra i diversi settori commerciali. Nel fashion & luxury si assiste a una diffusione marcata degli strumenti di conversational commerce via social che sicuramente influenzano gli acquisti. Dire però che incidenza ha sulle conversioni non è semplice. In ogni caso Facebook ha annunciato si seguire questa strada. Per capire il retail dobbiamo comunque studiare la Cina.

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