Rifkin: “La condivisione sarà la nuova rivoluzione”

Dopo il carbone e il petrolio, sarà l'idrogeno a fare da propulsore per una nuova rivoluzione industriale, la terza, che entro 25 anni impiegherà una rete distributiva di questa fonte “verde” per creare energia elettrica condivisa, come accade per le informazioni su Internet. Questo parallelismo tra rete energetica e web sarà la base del nuovo modello di sviluppo necessario a cavalcare la “tempesta perfetta” cui siamo di fronte.

Un momento di crisi, ma anche di opportunità, soprattutto per l'Europa. L'economista Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, spiega a Gdoweek: “La Commissione Europea e i presidenti dei 27 paesi membri si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas nocivi e ad aumentare l'efficienza energetica del 20%. E le aziende, vero motore del cambiamento, sono in prima linea per sfruttare al massimo le potenzialità offerte dalle energie rinnovabili”. Oltre 100 direttori generali di imprese europee e statunitensi hanno dato vita al Third Industrial Revolution Ceo Roundtable, di cui Rifkin è direttore, proprio per stabilire una relazione e un interscambio continuo con le istituzioni e lavorare insieme a un futuro più green.

Consigliere per l'energia del Presidente Barack Obama, Rifkin si sente investito di una missione importante verso gli Stati Uniti: sviluppare la cultura di questo nuovo modello di business, ancora piuttosto debole. “Il Presidente Obama ha la sensibilità per capire l'importanza di questo cambio di paradigma, ma non ha sufficiente storia alle spalle per sganciarsi da un modo di vedere convenzionale, da un approccio che prevede il trasferimento delle risorse tradizionali, come il petrolio, da Ovest a Est”. Per diventare davvero competitivi, nel nuovo modello di business, ogni paese deve essere in grado di produrre energia in maniera autonoma, così da creare una rete interconnessa di risorse: “Sono convinto che il Presidente Obama, che è stato eletto grazie a Internet, riuscirà presto a comprendere l'importanza di creare questa rete”, conclude, ottimista, Rifkin.

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