Nel 2008 il direct mail ha sviluppato un fatturato complessivo superiore ai 600 milioni di euro (considerando le attività di stampa e spedizione) posizionandosi per importanza al quarto posto dopo la televisione, i quotidiani e i periodici e prima di Internet e della radio. Le aziende che hanno comunicato con questa modalità sono state circa 15.000 con un investimento medio intorno ai 40.000 euro. Questi sono i risultati emersi da un progetto di rilevazione dello spending sul mezzo, affidato da Poste Italiane a Nielsen.
Le spedizioni postali di informazione pubblicitaria, dunque, sono diventate un componente molto importante all'interno del marketing mix delle aziende e secondo Nielsen lo saranno sempre di più, di pari passo con l'aumento dell'esigenza di instaurare una relazione diretta con un bacino di consumatori sempre più profilato e segmentato.
Secondo la ricerca di Nielsen, l'editoria è lo spender più importante, destinando a questo mezzo circa il 20% del proprio budget in comunicazione. Seguono la grande distribuzione con il 17% e la finanza con il 12%. Per le aziende di questi settori la televisione è il media più pianificato, ma il direct mail viene subito dopo. Per telecomunicazioni, automobili e alimentari le quote sono invece ancora marginali, intorno al 2%.
C'è da dire, sempre secondo i numeri riportati da Nielsen, che anche questa forma di marketing sta soffrendo parecchio in quest'inizio d'anno: nel mese di gennaio, infatti, gli investimenti sul mezzo sarebbero calati del 22% rispetto allo stesso mese del 2008, passando da 47 milioni e mezzo di euro a meno di 37 milioni. Il momento negativo segna però in modo più o meno pesante tutti i canali di marketing, dalla tv che perde a gennaio il 15,7% sull'anno precedente al picco negativo della radio, i cui investimenti risultano in frenata quasi del 31%. Unici segni positivi registrati da Nielsen nel mese di gennaio riguardano Internet (+1,8%) e il canale delle cosiddette “out of home Tv” (+3,4%).