Zalando: sostenibilità come vantaggio competitivo

Prosegue la crescita di Zalando, in termini di fatturato, numero di ordini, numero di clienti attivi, ordini per cliente e carrello medio. Continuare anche la strategia storica del retailer digitale, che consiste nel progressivo incremento del business attraverso investimenti sulla piattaforma in termini sia tecnologici che di offerta, prodotto e servizio. E la parola chiave è sostenibilità

Prosegue la crescita di Zalando, a livello di fatturato, numero di ordini, clienti attivi, ordini per cliente e carrello medio. Continua anche la sua strategia Csr, centrata sul progressivo incremento del business grazie a investimenti sulla piattaforma in termini sia tecnologici sia di offerta, prodotto e servizio. Per tutto, la parola chiave è sostenibilità, scelta presa a ottobre 2019 con la strategia do-More per ridurre a zero le emissioni di operazioni, consegne e resi gestiti tramite la piattaforma, cui si è aggiunta la volontà di eliminare entro il 2023 gli imballaggi in plastica monouso. Il terzo tassello è l’offerta di capi e accessori sostenibili in parte con la private label Zign, in parte con i brand del mondo fashion. L’impegno va oltre le attività aziendali e cerca di coinvolgere anche clienti, partner e fornitori in un circolo virtuoso che alimenti una moda ecologica, ma anche remunerativa. Per questo entro il 2023 il retailer punta a far sì che il 23% del venduto lordo arrivi dalla vendita di capi sostenibili, definiti con criteri sempre più stretti e segnalati con un bollino verde anche sull’eCommerce. Al bollino corrisponde la presenza effettiva di almeno una tra le 15 certificazioni accolte dal retailer, che spaziano dai materiali al lavoro, alla produzione e agli imballaggi.

Rubin Ritter - Ceo Zalando

“L’obiettivo è dare all’ambiente più di quello che prendiamo e diventare economicamente circolari -ha di recente spiegato il co-ceo Rubin Ritter, che ha appena annunciato la sua uscita dal Cda-. La circolarità passa dall’aumento dell’assortimento sostenibile, che deve triplicare nel 2021 per arrivare a oltre 80.000 articoli, incorporando piccoli brand sostenibili e aiutando quelli più strutturati a evidenziare la parte green della loro offerta su Zalando”.

In questo contesto, un ruolo centrale tocca alla marca privata, che esprime valori di riciclabilità, durabilità ed ecologicità anche per la materia prima. Zign è il brand che rappresenta questo impegno: dal 2021 ha allargato l’uso del cotone bio: tutto il prodotto è sostenibile, non solo una parte; i colori sono sostenibili, il poliestere è riciclato, le fibre sono lavorate a maglia, la produzione rispetta comportamenti etici e cerca l’efficienza dei processi; gli standard si alzano per i partner in Cina e Bangladesh. Nel 2020 la redZign for Circularity collection con QrCode ha offerto più trasparenza ai clienti e informazioni su come usare di più, rivendere e riciclare gli abiti. “Zalando può assumersi un ruolo in ogni fase di questo circuito -ha sottolineato Ritter- per arrivare nel 2023 a estendere la vita di oltre 23 milioni di capi: non significa vendere meno, ma meglio, spingendo sull’efficienza del magazzino e sulla crescita diminuendo le emissioni”.

In linea con questa filosofia, ad aprile 2021 è stato lanciato in Italia (oltre che in Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Austria e Svezia), Second Hand (vedi box a fianco) servizio nato un anno fa per dare una seconda vita ai capi così come è stata annunciata anche la nascita della Fondazione Zalando, che non sarà un’entità del retailer, pur essendo ad esso strettamente collegato. “Con Robert e David (gli altri due co-ceo) abbiamo costruito Zalando -ha commentato Ritter- ricevendone grandi opportunità, non equamente distribuite nella società. Vogliamo lavorare per colmare questa disparità”.

Entro il 2023 Zalando si impegna a sviluppare per 50 milioni di articoli, Secondo Hand, servizio chiesto con insistenza dai più giovani. Secondo uno studio del retailer, oltre il 90% della Gen Z si dichiara sensibile all’impegno ambientale delle aziende. In Italia è alta la percentuale di consumatori di moda che ritiene che i brand debbano essere trasparenti: 71%, più alta rispetto a francesi, tedeschi, inglesi e svedesi. Con Second Hand, Zalando non vuole solo ridurre i rifiuti, ma anche remunerare chi adotta la causa green, acquistando dalla piattaforma. Su questa, ogni utente trova nel proprio account l’elenco dei capi acquistati su Zalando; a questi può aggiungere anche quelli acquistati altrove, ma presenti nel proprio guardaroba. Se ne possono selezionare massimo 20, che Zalando quota con un determinato valore di mercato, che l’utente potrà spendere di nuovo sulla piattaforma per acquistare, o che potrà donare in beneficenza.

Dal 2019 al 2020 Zalando ha raggiunto la neutralità nelle emissioni nelle operation dirette e generato il 16% delle vendite con articoli sostenibili.

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