Surgelati: il mercato 2008 registra un +1% a volume

Comodi, sicuri e caratterizzati da un corretto rapporto qualità/prezzo: grazie a questo mix, la congiuntura economica recessiva ha risparmiato gli alimenti surgelati che hanno chiuso il 2008 con un incremento di oltre un +1% a volume (+0.6% retail).
I segmenti più dinamici sono stati quelli dei vegetali, delle patate, dei prodotti ittici e della carne (rossa e bianca).
I prodotti vegetali hanno mostrato andamenti diversificati: a fronte di una buona tenuta dei vegetali semplici, si registra una stasi delle zuppe e minestroni e una decisa frenata delle referenze ricettate. Il comparto delle patate è avanzato dell'1,7% e tale dato può essere letto positivamente se si considera che nell'ultimo lustro si è avuto un incremento dei consumi decisamente elevato.

I prodotti ittici hanno mostrato una discreta vitalità: il consumatore esplora con convinzione le aree dell'innovazione (panati e pastellati - che possono essere preparati sia fritti che in forno - sono cresciuti nel 2008 del 5.4%). Questo progresso si spiega con l'attuale esigenza del consumatore di toccare con mano il “value for money” del prodotto che acquista e apprezzarne la convenience (prodotti pronti al consumo, già eviscerati, spellati, spinati ecc.).

Le carni surgelate (rossa e bianca) hanno mostrato indici altamente positivi; in particolare la carne bianca ha mostrato un + 5% che, se sommato al dato registrato nel 2007 (+ 16%), porta ad un aumento nel biennio del 21%. Tale crescita si deve alla fiducia che il consumatore ripone nel sistema di controllo di filiera e nelle raccomandazioni dei nutrizionisti più affermati che consigliano il consumo di piatti leggeri ed equilibrati.

Per sostenere la ripresa serve innovazione
È interessante notare come il consumatore italiano sia il meno propenso
-a livello europeo- a scendere a patti sulla qualità alimentare e
continui ad indirizzarsi con buone percentuali verso un acquisto di
surgelati di marche note, in grado di assicurare alti standard
organolettici e di sicurezza.
Infine, va ricordato che in Italia il consumo pro capite di prodotti surgelati è tra i più bassi
d'Europa (13.5 kg); il che evidenzia ottime potenzialità di crescita,
sebbene l'offerta globale del fresco sia sicuramente molto più alta di
quella rintracciabile nei principali Paesi europei.
“Per quanto riguarda il primo quadrimestre 2009, dalle nostre prime rilevazioni, sembra che il settore nel suo complesso stia mantenendo le proprie posizioni e alcuni dei segmenti storici del surgelato (ittico, vegetali, patate) continuano a marciare con buona incidenza -commenta Vittorio Gagliardi, Presidente dell'Istituto Italiano Alimenti Surgelati-. È appena il caso di segnalare due dati: quello relativo all'ittico surgelato (+ 1.5%) e quello dei vegetali (+ 8.5%). Questi segnali ci fanno ritenere che anche il 2009 si inscriverà nel solco di costante crescita fatta registrare negli ultimi 20 anni dal mercato dei surgelati in Italia. Sarà ancora una volta l'innovazione, intesa non soltanto dal punto di vista del prodotto ma anche dell'approccio verso la categoria, a trainare questa auspicata crescita. Dal nostro osservatorio, possiamo certamente prevedere che il ridotto potere d'acquisto, l'aumento dei single, la recente incidenza nei consumi delle scelte degli extracomunitari (l'8% della popolazione - circa 5 milioni), i principi di una alimentazione bilanciata, l'incremento dei pasti fuori casa saranno i parametri fondamentali che orienteranno le principali aziende del settore nel loro sforzo innovativo”.

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