- Università: Emylon Lione
- Docenti:
Monica Grosso
- Studenti:
Jenna D’Antonio, Julia Grunwald, Florian Humbert, Maho Merlino, Jean-Baptiste Mouterde, Nicolas Olive, Ines Oumnia, Guillome Simeon
La Domotica spiegata bene, attraverso l’esperienza. Homed è un grande spazio di vendita allestito come un’ abitazione, dove sia il potenziale acquirente, sia il curioso, possono esplorare in prima persona le possibilità offerte dall’Internet of Think domestico. L’itinerario del negozio, progettato per essere inserito nel 18°-19° arrondissement parigino con una metratura di 285mq, consentirà di riprodurre i principali gesti quotidiani, dando la possibilità di metterli in scena in un’ideale casa iperconnessa. Il modello è quello di Ikea, interpretato in modo tale da contestualizzare le tecnologie che animano la relazione con (ma anche fra) gli elementi d’arredo: così si può sperimentare come si connettono i vari oggetti e le informazioni che gravitano nell’intimità quotidiana, dalla macchina del caffè al forno a comando vocale, fino al frigorifero che crea velocemente la lista della spesa grazie a uno scanner intelligente.
Dal punto di vista del servizio la consulenza verticale sul settore Smart Home sarà articolata in maniera multichannel e con diverse modalità di engagement. Alla normale attività di customer service da parte dei commessi (formati in maniera specifica alla dimostrazione del prodotto), si aggiunge la possibilità di visite guidate con un tecnico, dedicate a gruppi ospitati in orari di minor affluenza. Non manca l’opportunità di informarsi autonomamente attraverso schermi interattivi in loco e navigando sul sito web con accesso da codici QR sul prodotto.
Gli scenari di mercato adottati da Homed per prevedere la fattibilità del progetto ipotizzano una cifra d’affari del settore pari a 42,62 miliardi di dollari nel 2022 (ndr: dati 2019, che potrebbero essere stati influenzati dalla pandemia) e oltre 75 miliardi di dollari nel 2025. Se l’evoluzione del mercato è spesso immaginata guardando a Stati Uniti e Cina, Homed ha fiducia in una crescita accelerata anche nel mercato europeo, in particolar modo parigino. Particolare ottimismo sullo sviluppo di questo mercato è espresso dai settori assicurativo e della consulenza, mentre gli investimenti dei giganti della finanza hi tech fanno intuire al team grandi opportunità.
Sposando le strategie del Big Tech, Homed vuole creare un percorso immersivo che, facendo attraversare fisicamente il sogno del confort digitale, con dimostrazioni di semplicità e arricchimento dell’esperienza, porti a una call to action, che il cliente potrà realizzare successivamente con l’acquisto. Il posizionamento è soprattutto di alta gamma, pur essendo prevista la presenza, in store, di marche di differente fascia di prezzo.
Per quanto riguarda il target, l’obiettivo è quello di rivolgersi agli abitanti di Parigi di età compresa fra i 25 e i 55 anni, una popolazione di cui si ipotizza che il 20% possa rappresentare un potenziale acquirente di domotica; di questi il 5% sceglierebbe di acquistare nello store Homed, grazie a driver come la vendita di prodotti specializzati e l’esperienza immersiva. Il punto di vendita si rivolge a qualsiasi appassionato di tecnologia interessato all'acquisto delle ultime innovazioni, anche wearable, che desiderano vivere un momento di acquisto/intrattenimento e scoprire i nuovi dispositivi connessi che potrebbero cambiare il modo di vivere la quotidianità.
Per quanto riguarda gli sviluppi successivi ai primi due anni sono previste attività di monitoraggio dei risultati, misurando le vendite per metro quadrato e per dipendente. Ci saranno investimenti in fidelizzazione, anche grazie a un piano marketing durante tutto l’anno, con eventi promozionali che sfrutteranno il calendario delle ricorrenze da gennaio a dicembre. Nelle previsioni di sviluppo, una possibile estensione del progetto in altre città, per ottenere economie di scala e condizioni di vantaggio con i fornitori.
Approccio finanziario
Il fatturato previsto per il primo anno è di 2.717.114 euro, calcolato sulla previsione di 10.920 potenziali clienti che, tenendo presente il paniere medio per la tecnologia e il margine medio del 25% (paragonato con i numeri di Fnac), produrrebbero un valore medio di 248 euro ciascuno. Per il primo anno è atteso un EBIT negativo (-105.917 euro), mentre, dal secondo anno, si può prevedere un utile prima di interessi e tasse pari a 144.460 euro
Per quanto riguarda il lato costi, per i primi due anni circa 320.000 euro sarebbero dedicati al personale (16 dipendenti) Lo spazio individuato (285mq) richiederà spese di ristrutturazioni iniziali di 271.000 euro, cui si aggiungeranno spese di locazione annue di 38.500 euro l’anno e costi di gestione (comprensivi degli elementi di arredo) di 460.000 euro nel primo anno. I costi di promozione (comprensivi di display, schermi) sono stimati in 182.000 euro il primo anno.