Il 74% dei consumatori soddisfatti della consegna del proprio acquisto dichiarano che aumenteranno il proprio scontrino medio del 12%. Così racconta una recente ricerca di Capgemini. Chi, tra i retailer, si sta strutturando per diventare realmente omnichannel non può prescindere dal prendere in considerazione tutte le fasi della consegna.
Intanto, negli Stati Uniti, il “last mile” prende sempre più forma, che siano investimenti massicci in automazione come nel caso di Ocado, e-tailer Uk, che ha avviato una serie di collaborazioni, da Kroger in Usa a Casino in Francia, creando centri automatizzati per l’evasione degli ordini, dall’imballo alla spedizione. Walmart ha il suo “spark delivery”, una piattaforma di crowdsourcing dove vettori indipendenti prelevano la merce dai magazzini o dagli store per consegnarli ai clienti. Shipt è stato uno degli investimenti più importanti di Target, catena discount Usa, con circa 1.800 punti di vendita, che si è assicurato così la possibilità di ampliare il suo servizio di consegna in giornata in metà dei suoi negozi. Secondo Capgemini, la consegna a domicilio di generi alimentari è e sarà nel mirino dei venture capital nei prossimi anni. Al pari, la sua efficienza ed efficacia sarà determinante per rimanere competitivi. Tra le cose che non si possono sbagliare nella food delivery: mettere un prezzo troppo alto alla consegna, meglio “negoziare” da gratis per orari molto ampi, a costi più alti per orari di punta o per tempi stretti; non offrire la consegna in giornata: per un paio di scarpe si può pazientare, per la cena ... no! Infine, reiterati ritardi sulla consegna, in questo caso vale il detto: non promettere nulla che non puoi mantenere. Si apre uno spiraglio anche per le marche, un business che per Unilever vale il 5% del fatturato in Usa e che è cresciuto del 50% nell’ultimo anno. Come? Attraverso abbonamenti, che pare i clienti amino perché solitamente hanno prezzi migliori di quelli del retail e perchè garantiscono una migliore experience e in più ... non si rimane mai senza!
In sintesi, l’ultimo miglio è un’opportunità su cui il retail alimentare deve iniziare a riflettere, che il “last moment of truth” si stia spostando?