Colori e sapori di Puglia

Prima di partire alla scoperta di una delle regioni più sorprendenti d’Italia, al quarto posto nel 2007 come destinazione turistica preferita dagli italiani, il primo passo da compiere è consultare il sito www.viaggiareinpuglia.it, portale ufficiale del turismo della Regione Puglia, che ha conquistato il Bit Award 2009 con la motivazione di miglior sito turistico d’Italia.
Attivato tre anni fa -la Puglia è stata l’ultima regione d’Italia a dotarsene- oggi è uno dei più completi, grazie a protocolli e accordi con i Comuni, le Pro Loco e i quotidiani locali. Una concertazione lodevole quanto complicata, considerato che il proverbiale campanilismo italico forse è proprio qui, nel tacco della penisola, che raggiunge l’apoteosi.
D’altra parte, al di là delle reminescenze scolastiche di generazioni di scolari alle prese con il Tavoliere delle Puglie, il fatto che a tutt’oggi la regione venga spesso denominata al plurale sembra rivelare una memoria storica dello stacco -paesaggistico, culturale e persino linguistico- esistente tra il nord (Gargano, Capitanata, Murgia) e il Salento al sud, a sua volta denominato “Terra tra i due mari”.

La forza dell’aggregazione

Eppure, una matrice comune è innegabile che ci sia, e forse quella più autentica è da ricercare proprio nella tradizione rurale ed enogastronomica di un territorio fortemente vocato alle produzioni agroalimentari.
“Arrivando in Puglia, non si può non venire colpiti dalle infinite distese di vigneti che si alternano agli uliveti, i cui colori contrastano con il blu dell’Adriatico e lo smeraldo dello Ionio -commenta Enzo Russo, assessore regionale alle Risorse agroalimentari-. Colori vivaci, che si coniugano con quelli dei prodotti tipici dai sapori autentici che ormai hanno conquistato anche i buyer stranieri, soprattutto americani e giapponesi”.

All’inizio del mandato, l’Assessorato ha individuato nell’eccessiva frammentazione delle imprese e nell’età elevata degli addetti due punti di debolezza del comparto agroalimentare pugliese, e si è impegnato a trasformarli in punti di forza.
“L’obiettivo era quello di preservare un tessuto composto in prevalenza di pmi -spiega- ma anche di rafforzarlo incentivandole all’aggregazione per fare sistema attraverso la creazione di percorsi finanziari che hanno offerto delle premialità a chi, e sono stati in molti, ha fatto questa scelta. Per favorire il ricambio generazionale, abbiamo attinto alle risorse comunitarie inerenti il Programma di sviluppo rurale, che nell’ultimo quadriennio ha consentito la creazione di 2.553 nuove imprese, in massima parte facenti capo a giovani; e con la nuova programmazione prevediamo di bissare questo risultato nel corso del prossimo quadriennio”.

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Colori e sapori di Puglia
Gdoweek 486 | 15 giugno 2009 |

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