L’agroalimentare di qualità esce dalla nicchia

L'Italia si conferma leader a livello europeo nella produzione agroalimentare di qualità, che di anno in anno continua a ottenere nuovi riconoscimenti a livello comunitario: secondo quanto evidenziano gli ultimi dati resi disponibili dall'Istat, al 31 dicembre 2009 i prodotti Dop, Igp e Stg riconosciuti nel nostro paese erano 194 (19 in più rispetto all'anno precedente), di cui 180 risultano attivi (ovvero quelli per cui viene effettuata, controllata e certificata la produzione e/o la trasformazione nell'anno di riferimento). Grazie a queste cifre l'Italia è al primo posto tra i paesi europei per numero di riconoscimenti conseguiti, decisamente davanti a Francia (167 prodotti tutelati) e Spagna (129).

Il record dei Dop
Il primato del nostro paese, non a caso, è garantito dalla netta prevalenza del marchio Dop (ben 122 specialità), che è attribuito a prodotti specifici di un determinato territorio. Nel corso del 2009 otto specialità nazionali hanno ottenuto questo riconoscimento; cinque appartengono al segmento ortofrutticoli e cereali, mentre un nuovo riconoscimento a testa è stato attribuito anche alle preparazioni di carni, ai formaggi, ai prodotti di panetteria e alle spezie. Prendendo invece in esame tutte e tre le certificazioni, l'analisi Istat evidenzia come il comparto ortofrutticoli e cereali sia nettamente in testa per numero di riconoscimenti (69 prodotti), seguito dagli oli extravergine di oliva (38), dai formaggi (36) e dalle preparazioni di carni (32), mentre le carni e gli altri settori comprendono, rispettivamente, 3 e 16 specialità.

Più produttori che trasformatori
Complessivamente gli operatori ammontano a 82.120, con un incremento di 1.686 (+2,1%) rispetto al 2008; il 92,6% di questi svolge esclusivamente attività di produzione, il 5,7% solo trasformazione e il restante 1,7% effettua entrambe le attività. Nel confronto con l'anno precedente si registra un aumento sia dei produttori (+1.464 aziende agricole, +1,9%) che dei trasformatori (+253 unità, pari a +4,3%). I produttori, in particolare, risultano fortemente concentrati sul piano territoriale: il 52,3% delle aziende agricole è localizzato in sole tre regioni, Sardegna, Toscana e Trentino-Alto Adige, con un peso pari, rispettivamente, al 18,9%, 16,9% e16,5% del totale nazionale. Altre tre regioni (Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto) raggruppano il 23,9% dei produttori, mentre il restante 23,8% risulta distribuito nelle restanti 14 regioni.

Cresce il Sud
Tra le notizie positive, la buona performance del Sud nel 2009: nelle regioni meridionali sono infatti aumentati sia i produttori (+2.449 aziende, +12,4%) che i trasformatori (+194 imprese, +14,3%), nonché gli allevamenti (+1.919 strutture, +12,6%) e la superficie (+7,9 mila ettari, pari a +28,8%). I migliori incrementi regionali sono stati quelli di Sardegna (1.846 produttori, +14,5% e 1.907 allevamenti (+14,8%), Puglia (620 produttori, +60,7% e 6,4 mila ettari, +70,3%), Calabria (100 trasformatori, +105,3% e 104 impianti, +71,2%) ed Emilia-Romagna (68 trasformatori, +5,5% e 156 impianti, +10,1%).

Oltre la nicchia
È perciò oggi difficile definire soltanto una nicchia la produzione agroalimentare di qualità: la crescita della filiera nel quinquennio 2004-2009, osserva l'Istat, è stata netta. In questo periodo si è assistito a un consistente incremento sia del numero delle specialità riconosciute e attive che dei produttori (+42,9%), nonchè delle strutture produttive (allevamenti e superfici coltivate, + 22,5%); più contenuto risulta invece l'aumento dei trasformatori (+5,6%). Nel complesso, quindi, il comparto, pur mantenendo alcuni connotati tipici dei prodotti di nicchia, sta assumendo dimensioni sempre più significative. In particolare, le specialità Dop, Igp e Stg sono aumentate tra il 2004 e il 2009 da 146 a 194 (48 prodotti in più, +32,9%).

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