Dop-Economy, un pilastro fondamentale del made in Italy

La buona reputazione dell’agroalimentare italiano in un convegno il 1 settembre a Cibus 2021

Dop-Economy

Anche in periodo emergenziale la Dop-Economy italiana ha evidenziato la solidità e la forza di un sistema che ribadisce un trend di ininterrotta ascesa negli ultimi 10 anni. A Cibus 2021 il presidente e il direttore della Fondazione Qualivita, Cesare Mazzetti e Mauro Rosati, ribadiscono i numeri di questo comparto agroalimentare. Un pilastro fondamentale dell’export, ma anche della trasformazione alimentare nazionale. Le dop-igp sono usate soprattutto in condimenti (42% delle indicazioni geografiche coinvolte) e primi piatti (41%), salumi (33%) e dolci (31%), seguono poi formaggi e gelati (25%), marmellate, pizze e bevande (23%).

Appuntamento

1° settembre - ore 10,30

Il Made in Italy agroalimentare

SALA PLENARIA – PAD. 1

Nel complesso, si stima un valore alla produzione di origine destinato a prodotti trasformati pari a 260 milioni di euro. Nel panorama mondiale, l’industria alimentare europea detiene la leadership per fatturato (quasi 1.300 miliardi di euro) distanziando di alcune lunghezze quella cinese (1.000 mld) e statunitense (800 mld di euro). L’industria alimentare italiana si configura invece al terzo posto nel ranking europeo, dopo Francia e Germania, con 145 miliardi di euro. Quella italiana rappresenta la sesta potenza mondiale per export di prodotti alimentari, un posizionamento in crescita durante la pandemia, trainato anche dall’ottima reputazione di cui gode il food & beverage made in Italy presso i consumatori di tutto il mondo (come evidenziato dai risultati delle consumer survey realizzate da Nomisma nei top mkt di export). Non c’è dubbio che tra gli artefici di tale good reputation ci siano i prodotti ad indicazione geografica, il cui peso sulle vendite oltre frontiera del F&B italiano arriva vicino al 25% e, contestualmente, spiega un posizionamento di prezzo all’export che per alcuni comparti (come formaggi e salumi) è il più alto tra tutti i competitor internazionali.

Ma il ruolo delle indicazioni geografiche sul sistema agroalimentare non si esaurisce con il contributo all’export e alla reputation. I prodotti certificati dop e igp esprimono evidenti riflessi socioeconomici nei territori di produzione: basti pensare ai prosciutti e salumi Dop che coinvolgono l’80% dei suini allevati in Italia o anche ai vini Dop e Igp che derivano dalla trasformazione del 70% delle uve prodotte nel nostro Paese.

Si tratta ora di capire come valorizzare ulteriormente questo connubio virtuoso tra Dop-Economy e sistema agroalimentare nazionale, in particolare alla luce del nuovo scenario post-pandemico.

Diretta streaming disponibile su https://www.youtube.com/watch?v=bLA4IgeQQxo

 

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