Gdo da eroe a diffusore di virus. Come uscire dal tunnel?

Supermercati sotto la lente di ingrandimento dei Nas. Luoghi sicuri? Le considerazioni del mondo del retail da Mario Gasbarrino, Ad di Decò Italia, a Giorgio Santambrogio, Ad di VéGé, che ha indirizzato una lettera a Mario Draghi

Tempi duri per la distribuzione moderna, se l’andamento di vendite e fatturati ha sorriso, il riconoscimento di un ruolo sociale e politico si fa attendere: se l’anno scorso il personale di negozio e le cassiere erano considerati un servizio essenziale, oggi la situazione appare ben diversa. Il personale dei punti di vendita continua a non essere vaccinato e neppure ad essere considerato una categoria da inserire tra quelle essenziali per la salute di tutti, nonostante il contatto continuo con la clientela.

Nel frattempo, i Nas ispezionano quasi 1.000 supermercati (981 per l’esattezza) e trovano irregolarità a livello di sanificazione in 173 (pari al 18%), mentre i centri commerciali, nonostante anche recenti fronti compatti da parte di tutte le associazioni di categoria (Ancc Coop, Ancd Conad, Confcommercio, Confimprese, CNCC–Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione) continuano a rimanere chiusi nei fine settimana, malgrado i severi protocolli di sicurezza adottati nel corso della settimana, per offrire le massime garanzie e ridurre al minimo i rischi di contagio per tutelare consumatori, dipendenti e fornitori.

 

Una difesa debole

“Premesso che il Covid è dappertutto, la trasmissione da superficie ha una probabilità su 10.000 di trasmettersi -ci dice Mario Gasbarrino, Ad di Decò Italia- ma quante tracce avrebbero trovato se avessero analizzato a tappeto non solo mercati rionali e ambulanti, ma anche trasporti pubblici e bancomat … e l’elenco potrebbe continuare. Quand’è che la gdo smetterà di andare ognuna per la propria strada e farà sentire davvero la propria voce? Purtroppo, è la conferma che una parte della politica non sopporta la gdo … e la difesa è debole”. Invece è tempo di farsi sentire, magari coinvolgendo i propri clienti

 

Amare considerazioni che, purtroppo, sono confermate dalle difficoltà dei centri, parchi e gallerie commerciali, chiusi ormai da 140 i giorni negli ultimi sei mesi con danni che sono stati calcolati in perdite di giro d’affari, intorno al 40%. Secondo esperti di settore, una delle ragioni alla base di scelte la volontà di non parlare delle aperture domenicali, storico e antico tema divisivo. Ma, forse, pensando al futuro e al ruolo che queste formule di vendite con la loro offerta potranno giocare, è il momento di mettere da parte le divisioni per fare emergere la consistenza, economica e valoriale, di un interno comparto economico.

giorgio santambrogio vegeGiorgio Santambrogio, amministratore delegato di Gruppo VéGé, ha inviato al Governo alcune richieste in una lettera indirizzata a Mario Draghi.

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Presidente del Consiglio, Prof. Mario Draghi,
desidero ringraziarLa a nome di tutti gli imprenditori di Gruppo VéGé, leader della distribuzione moderna che rappresenta oltre 3400 punti di vendita in Italia ed è la terza realtà italiana per numero di ipermercati. La ringraziamo per la grande iniezione di fiducia che sta infondendo alle cittadine/cittadini italiani e ai corpi intermedi di questo Paese: siamo convinti che attraverso il Suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l’Italia potrà rialzarsi dalla crisi che sta attraversando a causa della pandemia e dei suoi effetti sulle problematiche di lungo periodo che affliggevano il Paese ben prima dell’emergenza.
Come Lei sa, il settore del Retail nel suo insieme, in questo drammatico periodo, ha
responsabilmente svolto e sta tuttora svolgendo un ruolo fondamentale: i punti di vendita della Distribuzione Moderna hanno infatti rappresentato gli unici luoghi di relazione per i cittadini, essendo accessibili a tutti anche durante i lockdown. E questo è avvenuto in totale sicurezza, mentre sui nostri scaffali non è mai mancato nessun prodotto. Siamo stati e siamo un presidio di normalità. Ogni settimana circa 60 milioni di italiani entrano negli oltre 27.000 punti di vendita della Distribuzione Moderna alimentare italiana: negli ultimi 18 mesi in nessun supermercato del nostro Paese si è registrato un focolaio di diffusione del virus.

Com’era giusto e prevedibile, VéGé, insieme ad altre strutture distributive italiane, è stata oggetto nei giorni scorsi di sopralluoghi da parte dei Nas, i quali hanno così potuto verificare la situazione e, di fatto, complimentarsi con i nostri direttori per tutte le procedure messe in atto, al fine di garantire la massima sicurezza sanitaria per i clienti e per il personale dei negozi. Abbiamo poi appreso, dagli organi di stampa, che il 99% delle rilevazioni hanno avuto esito negativo: ancora una volta, quindi, la autorità di controllo hanno sancito che i punti di vendita della Distribuzione Moderna sono assolutamente sicuri.
Anche per questo, egregio Presidente, rinnoviamo con vigore, come già autorevolmente fatto dalle Associazioni di Categoria che ci rappresentano, l’appello a riprendere al più presto in considerazione la riapertura nei weekend dei Centri Commerciali: si tratta di luoghi sicuri, possono tra l’altro aiutare a decongestionare i centri storici delle città. Luoghi che, tra l’altro, desideriamo mettere anche a disposizione del Sistema sanitario nazionale come Hub dove eventualmente organizzare campagne locali di vaccinazione.

Mi permetta, infine, di rivolgerLe un secondo appello, anch’esso già fatto da colleghi della
Distribuzione Moderna: ora che è a buon punto la campagna vaccinale delle persone più
anziane e/o portatrici di fragilità, è opportuno pensare a tutte quelle categorie che sono
quotidianamente a contatto con il pubblico. Per questo chiediamo a Lei e al Comitato Tecnico Scientifico di dare priorità alla vaccinazione di commesse e commessi delle nostre imprese.
Per quello che questi lavoratori hanno fatto e per quello che quotidianamente fanno, siamo certi che sarebbe un’indicazione utile per il contrasto alla diffusione del virus, e del tutto accettabile e condivisibile da parte dell’opinione pubblica.
Gentile Presidente, noi abbiamo fatto e continueremo a fare sempre la nostra parte. Per noi la sicurezza sanitaria è un servizio al Paese, una forma di rispetto dovuta a tutti coloro che ci scelgono e ai nostri collaboratori, che con il loro lavoro hanno trasmesso la serenità di cui noi italiani avevamo bisogno anche nei giorni più difficili della pandemia. Per noi la sicurezza è sinonimo di futuro. Adesso abbiamo bisogno della fiducia Sua e del Suo governo per poter tornare al più presto alla normalità, continuando a garantire la sicurezza dei nostri clienti e proteggendo anche le persone che lavorano con noi.
Certi della Sua comprensione, Le auguriamo buon lavoro.
Per il Gruppo VéGé
Giorgio Santambrogio

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