Cibus: all’Assemblea di Federalimentare intervengono i ministri Catania e Passera

Non si culla sugli allori dei buoni risultati ottenuti in tempi di crisi e non si lagna per le tante difficoltà incontrate operando sul mercato globalizzato. “L'industria buona”, così il presidente di Federalimentare Filippo Ferrua ha definito l'industria alimentare italiana nella sua relazione, è conscia del suo ruolo di traino del made in Italy sui mercati mondiali, (23 miliardi di euro di export nel 2011, +10% vs 2011, record assoluto di vendite oltreconfine), un'attitudine che potrebbe lievitare ulteriormente se saranno superati i problemi di natura strutturale che tuttora ne limitano la crescita. “Se abbiamo tenuto in tempo di crisi -prosegue Ferrua- è merito della capacità dei nostri imprenditori, ma oggi abbiamo bisogno di interventi per rilanciare i consumi interni e per sostenerci nel processo di internazionalizzazione”.

La richiesta al mondo della politica

Una richiesta pacata ma decisa, quella rivolta al mondo politico, che riguarda alcuni punti nevralgici, tra i quali la deducibilità fiscale dei costi di promozione sui mercati stranieri per combattere l'italian sounding, la possibilità di fare rete per l'innovazione o lo sbarco su alcuni mercati stranieri da parte delle Pmi e allontana l'ipotesi di food tax a carico dei cibi meno salutari paventata nei mesi scorsi, proposta ritenuta inefficace. “Anche l'aumento dell'Iva -prosegue Ferrua- previsto dall'art. 18 del decreto Salva Italia porterebbe un'ulteriore contrazione dei consumi interni”. “Siamo in un momento difficile -risponde Mario Catania, ministro Mipaf- ma dobbiamo sottolineare gli ottimi risultati ottenuti dall'industria alimentare italiana, asset fontamentale del Paese, che ha saputo crescere più della media nazionale e può essere considerata un modello per l'intero settore tricolore. Per migliorare ancora occorre un nuovo patto tra il mondo agricolo e industria, per snellire le filiere da inutili passaggi che sottraggono valore. Su questo aspetto il mio ministero è aperto a tutte le proposte”.

L'Italia può farcela

“Vogliamo costruire le ragioni di fondo della crescita, aiutando le imprese a innovare e a internazionalizzarsi”. Corrado Passera, ministro per lo Sviluppo Economico ha fatto propria la sfida dell'agroalimentare italiano: “Questo è il settore ‑spiega- che più di qualunque altro evidenzia che l'Italia può farcela”.

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