Esercizi commerciali al dettaglio: meno alimentare più abbigliamento

Il 2008 è stato un annus horribilis per il commercio. Sono oltre 120mila infatti, e in maggioranza operanti nel commercio al dettaglio, gli esercizi commerciali che hanno definitivamente abbassato le serrande. E il saldo tra aperture e chiusure è negativo per 38.860 unità, un numero più consistente rispetto all'anno precedente, che aveva visto un calo di -35.819 unità. Le previsioni per il 2009 sono di un ulteriore saldo negativo tra le 30 e le 50 mila unità. Sono numeri che si ricavano dal Rapporto sul terziario reso noto da Confcommercio.

I numeri

Nel complesso, l'area degli esercizi specializzati alimentari (panetterie, fruttivendoli) si è contratta di 12.521 punti di vendita. Quanto ai settori non food, si è registrata una crescita generalizzata di punti di vendita soprattutto fra i negozi di abbigliamento e calzature, questo grazie alla maggiore diffusione del franchising, ma soprattutto perché la gdo non è ancora riuscita a ottenere quote realmente significative di mercato. La riprova è che l'unica area dove si è riscontrata una diminuzione di esercizi tradizionali è stato quello dei mobili, elettrodomestici e ferramenta, tutti comparti ben presidiati dalle gss.

I consumi
Se si guarda ai fatturati, il 2008 è stato un anno pesantemente negativo per le imprese del commercio che, dopo il lento recupero nel 2006 e nel 2007, hanno registrato in termini reali un decremento del 3% per il forte calo dei consumi.  Per i prossimi anni, il Rapporto stima una contrazione del 4,3% per il 2009 ed una variazione zero per il 2010.
Per quanto concerne infine i consumi delle famiglie, nel 2008 si è registrata una flessione dell'1%. La tendenza a comprimere la spesa si è concentrata soprattutto sulla domanda di beni, diminuita del 2,4% (-7,3% i beni durevoli, -1,3% quelli non durevoli), mentre per i servizi si è registrato un deciso contenimento della crescita rispetto agli anni precedenti (+0,4%). A flettere è stata soprattutto la spesa per la mobilità (-5,1%), la domanda di servizi di trasporto (-7,4%) e la spesa per gli elettrodomestici (-7,1%). Nel food la spesa si è ridotta in maniera significativa per l'acquisto di prodotti ittici (-5,4%) ed il consumo di pane e cereali, frutta, latte uova e formaggi che hanno registrato una flessione superiore al 3%.

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