Fare impresa è difficile per tutti. Tuttavia… e Conad è un modello

Francesco Pugliese Conad
Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad

"Caro Direttore, la lettera del dottor Caprotti pubblicata oggi sul Corriere della Sera mi porta ad alcune considerazioni". Comincia così la lettera che Francesco Pugliese, direttore generale di Conad, ha indirizzato in risposta a quanto scritto sul Corriere della Sera da Bernardo Caprotti, fondatore di Esselunga, che, in una lunga lettera, ha espresso il suo parere su cosa vuol dire oggi fare impresa e sviluppo in Italia per un'impresa della gdo.

Secondo Pugliese, "La Costituzione Italiana garantisce la libertà d'impresa. È per questo che in Italia esistono tante imprese che competono nel mercato e creano le condizioni per poter crescere e svilupparsi. Se il dottor Caprotti sostiene che ci sono imprese "politiche" -come definisce "i due più grandi operatori nazionali" della grande distribuzione- sarebbe stato lecito attendersi da lui che avesse detto anche in quali aspetti riconosceva questa sua affermazione. Purtroppo, non ce ne ha resi partecipi. Credo che mancare gli obiettivi prefissati sia un problema più di natura imprenditoriale che politico. E ciò vale per ogni imprenditore del mercato. Lo sappiamo: in certi ambiti si può crescere, in altri meno, in altri ancora non è possibile, per lui come per noi".

La lettera prosegue con la spiegazione di come anche il mondo Conad, fatto di imprenditori, incontri le stesse difficoltà, per concludersi: "Di imprenditori straordinari ce ne sono ancora oggi e lo stesso Caprotti ne è un esempio: 'piccoli' imprenditori che, meno interessati alla finanza, sono l'anima di quel tessuto economico dell'Italia tutta che andrebbe salvaguardato ed aiutato per poter portare il Paese fuori dalle sabbie mobili della crisi".

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