Granarolo sempre più decisa alla conquista di Parmalat

Lo scenario che ha iniziato a profilarsi la settimana scorsa nella battaglia per il controllo di Parmalat sta prendendo corpo: sarà Granarolo il partner industriale forte nella compagine che si propone di contendere a Lactalis il controllo della multinazionale parmense.
Confcooperative
e Legacoop, le due centrali cooperative che detengono il controllo di Granarolo, sono infatti pronte a scendere in campo: dei tre problemi che ostacolano il tentativo di giungere alle poltrone di comando di Collecchio, il primo, quello del reperimento delle risorse finanziarie, appare superabile, grazie anche al pool di banche che si sta raccogliendo attorno alla Cassa depositi e prestiti e Banca Intesa che fungeranno da capofila; negli ultimi giorni si sarebbe aggiunta anche Bnl.

Antitrust e occupazione
Il secondo scoglio è quello dell’Antitrust; Granarolo e Parmalat non possono unire sic et simpliciter lo loro strutture perché si configurerebbe una posizione dominante che non potrebbe passare indenne al vaglio dell’Autorità; allo studio ci sarebbe la creazione  di un'architettura societaria che prevederebbe comunque il mantenimento di due realtà distinte e l’ingresso di soci di minoranza, anche stranieri.

La terza difficoltà riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali, già  oggetto di incontri con i sindacati negli scorsi giorni; francamente senza una salvaguardia dei posti di lavoro non si capisce bene perché mai il governo sia dovuto intervenire con un decreto sulla cui praticabilità  in ambito Ue è lecito qualche dubbio.

Tutto questo però non può prescindere dall’atteggiamento di Lactalis, che potrebbe cercare un accordo con cui incassare una ricca plusvalenza o andare alla battaglia, finanziaria e/o legale in Italia e soprattutto a Bruxelles.

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