Certo non si può dire che la cucina sia la prima molla ad attrarre da tutto il mondo il flusso turistico che ogni anno interessa la Sicilia, ma indubbiamente allieta il soggiorno e magari, fissandosi nel ricordo, li invita a ritornare. Questo grazie anche alla ricchezza del patrimonio enogastronomico -la cui punta d’eccellenza è rappresentata dai 28 prodotti Dop/Igp (di cui 10 in fase transitoria) e dai 30 vini Docg/Doc/Igt- frutto di condizioni pedoclimatiche e culturali uniche.
“In Sicilia, la biodiversità rappresenta un baluardo delle produzioni di qualità -commenta Michele Cimino, assessore Agricoltura e Foreste Regione Siciliana-. Lo confermano tre dati: il più alto numero di aziende agricole biologiche del Paese, l’aumento delle produzioni certificate e il numero delle produzioni agroalimentari tipiche riconosciute. Sono questi gli elementi da rafforzare e che ci permetteranno di mantenere alto il consumo dei nostri prodotti in Italia e all’estero”.
Arriva il marchio ombrello
Grazie all’accordo siglato tra l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana e il Coribia (Consorzio regionale di ricerca sul rischio biologico in agricoltura), la qualità, il territorio e la sicurezza alimentare dei prodotti regionali di origine vegetale passeranno attraverso il marchio Sicilia Agricoltura. A tutto vantaggio dei consumatori e delle stesse aziende che in questo modo avranno la possibilità di meglio penetrare nei mercati.
La certificazione Sicilia Agricoltura viene rilasciata dal Coribia -che provvederà anche alle verifiche annuali secondo il piano di controlli approvato- su richiesta delle organizzazioni interessate, a quei prodotti agroalimentari di origine vegetale che rispettano i requisiti minimi specificati dal disciplinare. Tra questi, accanto alla provenienza siciliana e alla tracciabilità, anche l’assenza di Ogm, la certificazione Globalgap e, per i prodotti trasformati, il rispetto delle norme di buona fabbricazione.
Inoltre, la strategia di valorizzazione delle eccellenze agroalimentari isolane attuata dalla Regione Siciliana guarda con crescente interesse alla gdo. Obiettivo: far incontrare il mondo della produzione e il mondo della commercializzazione per accorciare la filiera, garantendo così una migliore remunerazione ai produttori, una buona marginalità ai retailer, ma anche prezzi al pubblico competitivi. Su questa linea, l’amministrazione regionale ha già concordato importanti accordi di fornitura con alcune primarie insegne nazionali: basti ricordare quello dell’inverno scorso con Conad per le arance rosse di Sicilia Igp e quello sottoscritto durante l’ultimo Macfruit con Coop Italia per la fornitura di 7mila quintali di uva da tavola di Canicattì Igp.
Per saperne di più, scarica il PDF ...
Allegati
- Il nuovo corso del made in Sicily
- Territori Gourmet | Gdoweek 504 | 16 novembre 2009 |