La fiducia il cuore della strategia di NaturaSì

Qualità, cultura, comunità: NaturaSì punta sull’ecosistema di filiera per andare oltre la certificazione bio e consolidare la fiducia dei consumatori (da Gdoweek n. 13)

Il biologico è d’attualità, come l’ambiente e la filosofia di vita e di produzione necessaria a rispettarlo. Oltre la certificazione, c’è una crescente attenzione alla qualità di ciò che si acquista: questa la percezione di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì.

Come è cambiato il mestiere di specialista del bio?

Dobbiamo essere molto più bravi su vari fronti. Il primo è quello della qualità, da migliorare sempre e tenere alta. Il secondo aspetto è la comunicazione, la preparazione degli addetti, l’accoglienza, la cultura trasmessa.

Il terzo è il coinvolgimento del consumatore, che deve sentirsi parte della nostra comunità.

Qualità significa prima di tutto sapore?

Il gusto è l’atto finale, la qualità dipende da quello che si fa in campagna. I nostri 10 agronomi seguono le aziende perché, oltre il disciplinare, adottino pratiche che migliorano la qualità della pianta.

Collaboriamo con un numero ristretto di aziende agricole affiancando i produttori nelle fasi più delicate della coltivazione e della trasformazione. Un lavoro lungo, difficile e costoso, ma l’unico per sostenere l’insegna nel tempo.

Come selezionate le persone che lavorano con voi?

Cerchiamo persone connesse al nostro prodotto e le incentiviamo a mangiare bio offrendo loro il 30% di sconto per la spesa in negozio.

È cambiata la comunicazione?

A luglio siamo usciti con una nuova campagna tv che vede protagonisti i nostri stessi collaboratori e con questa vogliamo parlare a tutte le persone che hanno a cuore la cura dell’ambiente, l’alimentazione sostenibile, il giusto compenso per i lavoratori, la tutela dei semi, dell’acqua, il benessere degli animali. Questo è il nostro impegno da sempre.

Quali sono i prodotti più fidelizzanti?

L’ortofrutta, il pane, i freschi, anche la carne. Tutti stanno crescendo molto rispetto agli altri reparti, perché sono più difficili per chi non è specializzato. Chi viene da noi si sente rassicurato.

Tra food e non food, sono cambiate le proporzioni?

No, sono stabili. Anche il non food è cruciale per entrare in contatto con il cliente, proprio come l’ortofrutta e i banchi del fresco serviti.

Il prezzo ... è ancora un problema?

È sempre un problema! Ma i nostri clienti hanno capito che c’è un giusto prezzo e sono disponibili a pagarlo. Però non transigono sulle garanzie: se ciò che si acquista corrisponde alla promessa, il prezzo non è una barriera.

E la gdo?

Per vocazione deve proporre tutto, bio e non bio; il messaggio culturale è completamente diverso.

Che piani avete per la mdd?

Nei prodotti a marchio continueremo a sviluppare referenze che provengono dal nostro ecosistema, con un’offerta completa in tutti i reparti.

Online e bio?

Il nostro eCommerce come fatturato vale come un punto di vendita. Oggi è indispensabile, ma il primo elemento rimane il rapporto umano.

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