Le quote rosa nella tecnologia

Un luogo comune vorrebbe le donne poco interessate e ancor meno “familiarizzate” con la tecnologia. Non è proprio così, ma senza dubbio l’industria potrebbe fare di più proponendo prodotti più facili da usare. La conclusione si può ricavare da un’indagine compiuta da Aires, l’Associazione dei dettaglianti di elettrodomestici, sulle clienti dei negozi a Roma e Milano.

La ricerca

Tutte le donne interpellate ormai usano il cellulare, anche le più anziane. I tre quarti hanno in casa un computer con una connessione ad internet e nel 72% dei casi lo sanno utilizzare. Il 93% si dichiara competente o abbastanza competente a usare la tecnologia, verso la quale hanno un rapporto tranquillo o addirittura entusiasmante nel 65% dei casi. Note meno positive si ricavano se si passa a esaminare la soddisfazione per i prodotti: solo il 36%, situato perlopiù nella fascia delle studentesse e delle donne in piena attività lavorativa, si dichiara soddisfatta di quello che la tecnologia fa per loro. Il 35% (soprattutto casalinghe e le ultra sessantenni) ha invece un rapporto ansioso verso la tecnologia, da cui si sente poco attratta in senso generale ma che vorrebbe soprattutto saper utilizzare meglio.
Il 29% è delusa dalla tecnologia “che non fa abbastanza”, “fa perdere tempo”: sono soprattutto le donne fra i 25 e i 45 anni che lavorano fuori casa e che vorrebbero un supporto tecnologico più adeguato alle loro esigenze di organizzazione famigliare e lavorativa.

I commenti
“La ricerca” -secondo Albino Sonato (nella foto), presidente Aires- “conferma che la tecnologia deve andare sempre di più verso le esigenze delle consumatrici. Bisogna che comincino a rendersene conto i produttori e il legislatore, soprattutto nel momento in cui vanno gestiti momenti chiave come il passaggio al digitale terrestre.”
“A sorprendere” -aggiunge Pierluigi Bernasconi, vice presidente Aires- non è che ci sia un gap per le donne più mature, ma la voglia di tecnologia, di aggiornamento, di apprendimento che queste esprimono. Sono convinto che in un paese dove più di un terzo della popolazione ha più di 45 anni e un quinto più di 65 (di cui due terzi donne) sia necessario ripensare e le modalità di accesso alla tecnologia, reinventando i prodotti per renderli più semplici”.

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