Linkontro: Giuseppe De Rita illustra il senso del valore del noi per gli italiani

"Le identità sono frutto dei comportamenti quotidiani delle persone e di processi attuati nella storia" afferma Giuseppe De Rita e proprio la storia italiana racconta di una preponderanza dell'io, addirittura un'esplosione negli ultimi 50 anni.

Tutto parte dall'arte dell'arrangiarsi
La famosa arte dell'arrangiarsi, potremmo dire, viene guidata da tre strategie: la restanza, ovvero il proprio patrimonio (economico o di conoscenze), la diversificazione, quindi la capacità di cambiare e cambiarsi, e il riposizionamento "La vera grande furbizia degli italiani, anche soffrendo di qualche cattiva fama" spiega De Rita.

Identità basata sull'"io" e non sul "noi"
Il passaggio a una identità del noi quindi, non è facile perché in Italia i processi, e sostanzialmente i comportamenti quotidiani delle persone, sono ancora legati a una dimensione egoica: il Risorgimento realizzato da pochi, l'ambiguità del periodo fascista, la democrazia nel '45 che ha portato a una identità costruita sulla piccola impresa, l'emigrazione, l'economia sommersa… tutti processi la cui anima è individuale. "Probabilmente dovremo aspettare la prossima generazione, saranno le donne, gli extracomunitari, i nostri figli" che vivono all'estero e non devono pensare alla sopravvivenza come strettamente legata alle sole risorse dell'io.

Manca un passaggio
Il passaggio che a noi manca, tutto da costruire anche nella modalità di fare impresa, è quello dell'uscita dall'io verso il riconoscimento dell'altro, per costruire una vera e propria "cultura del noi" basata sulla comprensione del linguaggio dell'altro. Sperimentiamo per ora soltanto dei "noi artificiali", perché i nostri comportamenti non sono orientati al noi. Anche il Va pensiero che tanto ci emoziona, diretto da Riccardo Muti in un video presentato da Vincenzo Perrone (Università Bocconi oggetto dell'intervento precedente), rimane alla superficie e non è il riflesso di una identità chiara. "La sopravvivenza dipende… da noi, se sapremo fare il noi, non come sottoinsieme causale o peggio emozionale, ma come cambiamento processuale", quindi incarnato nella storia e nella quotidianità della vita degli italiani.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome