Mdd Biologica, cresce ma fino a quando?

I co-packer alzano l’asticella su sicurezza e qualità per stare al passo in un settore che punta a divenire mainstream ed è incalzato da proposte alternative: residuo zero, naturale, biodinamico (da Gdoweek n. 1/2020)

L’Europa è in testa per numero di lanci di prodotti biologici. Un nuovo rapporto di Mintel rivela che nel continente quasi un quinto di tutte le bevande e dei prodotti alimentari lanciati nell’ultimo decennio presentava la dichiarazione di prodotto biologico, rispetto al 10% soltanto nel resto del mondo. La Francia contribuisce per il 22% ai lanci di prodotti biologici in Europa, seguita dalla Germania (20%) e dalla Spagna (9%).

Le insegne della gdo si stanno sempre più orientando nello sviluppo di linee biologiche private label. La mdd rappresenta il 42% (fonte Nomisma) delle vendite bio nella gdo. E incalza sempre più la marca industriale, crescendo più velocemente (11% vs 9%) di quella per vendite a valore. Sono 247 le referenze bio mediamente vendute su base settimanale nel retail (Iper+Super, dati Nomisma). Ma qualcosa sta cambiando. Il bio punta sempre più a divenire mainstream, uscendo dall’area di prodotto solo alternativo. Per i co-packer questo significa alzare l’asticella su sicurezza e qualità del prodotto. E dunque, a monte, rimandare a investimenti in ricerca e sviluppo.

Per ora i conti tornano, anche perché con il bio qualcosa in più si riesce a spuntare. Ma attenzione: la locomotiva bio rallenta la sua corsa. A livello globale la crescita scende sotto le due cifre, come è stato raccontato nel secondo congresso annuale BioFruit, che si è svolto nell’ambito di Fruit Attraction a Madrid.

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