Ristoranti: consigli per riaprire e non restare a secco di clienti

Un vademecum per spiegare ai ristoranti come gestire il dopo Covid-19 e diventare imprenditori. Alcuni consigli di Andrea Lisi, docente dell’accademia Master Restaurant

Per il mondo della ristorazione, l’emergenza covid-19 ha portato alla chiusura totale degli esercizi, senza un’idea vaga circa la durata temporale dell’inattività. È plausibile ipotizzare che, nel post emergenza, verrà osservata una limitazione di coperti per ridurre la vicinanza delle persone e il numero totale dei clienti in una stanza, con conseguente riduzione dei ricavi. Il modello è simile a quello applicato dalle sale cinematografiche dove è obbligatorio lasciare vuoti almeno due posti tra uno spettatore e l’altro; incassi ridotti di un terzo, ovviamente.

"La ripresa sarà difficile per tutti, ma alcune categorie, come quelle del turismo e della ristorazione, faticheranno più di altre, perché dovranno fare i conti con le paure delle persone, che continueranno a temere il contagio ancora per un po’ di tempo, e con probabili limiti imposti dalla legge per tutelare la salute pubblica –commenta Andrea Lisi, imprenditore e docente di marketing all’accademia Master Restaurant–. Per sopravvivere a questa profonda crisi, i ristoratori dovranno necessariamente diventare imprenditori. Questo vuol dire che, in aggiunta a quello che già facevano, dovranno imparare a valutare gli scenari economici, e agire di conseguenza, cercando di anticipare le esigenze dei clienti. Bisogna investire nella propria reputazione, mettendo in atto i necessari strumenti di marketing, che consentano di soddisfare la domanda. L’obiettivo di una buona strategia di marketing è quello di trovare nuovi clienti, portarli a spendere di più e farli ritornare".

Rivedere il sito web

Il sito web deve essere facilmente raggiungibile dal pubblico potenziale, e trasformare l’utente in un cliente che venga davvero a mangiare nel locale. Bisogna valutarne ogni aspetto, dalla grafica ai contenuti testuali, dalla velocità di caricamento alla facilità di accedere alle informazioni essenziali, fino all’usabilità da dispositivi mobili. Fra le domande chiave da rivolgere a un potenziale utente:

  • Dal mio sito si capisce il motivo per cui l’utente dovrebbe scegliere proprio il mio locale?
  • Riesci ad accedere al menù o a prenotare un tavolo, o chiedere informazioni in 2, massimo 3 click?
  • Riesci a trovare facilmente i contatti, sia da pc, sia da smartphone?
  • Le foto presenti sul sito sono professionali? Invogliano ad assaggiare i miei piatti?

Se la risposta è sì a tutte le domande, il sito va bene così. Andrea Lisi avverte, inoltre, che il ristoratore dovrà prevedere almeno queste sezioni: menù con pagina dedicata, orari e location, mappa che mostri dove ti trovi e indicazioni per raggiungerti, e la pagina dei contatti con telefono, e-mail e collegamenti ai profili social.

Utilizzo dei social (Facebook e Instagram)

Quando sarà possibile riaprire il locale, il ristoratore dovrà pianificare post sponsorizzati su Facebook, o, meglio ancora, campagne professionali in cui è possibile circoscrivere meglio il pubblico di riferimento, ottimizzando il budget, magari con promozioni riservate a chi segue le pagine, comprese le promo del giorno che invitano gli utenti a pranzo o a cena in un determinato giorno, per usufruire di uno sconto o ricevere un regalo. Secondo Andrea Lisi, campagne avanzate di questo tipo fruttano ritorni medi del +350% netto, consentono, cioè, di triplicare l'investimento iniziale, anche al netto dei costi pubblicitari e della materia prima. Le campagne e le sponsorizzazioni dei post su Facebook hanno un costo tutto sommato molto basso. "Per renderle più efficaci e non buttare soldi, delineate bene il target al quale vi rivolgete" aggiunge Lisi.

Per chiunque lavori nel food è fondamentale la presenza su Instagram: per il successo su questo social network, bisogna, però, prevedere contenuti più emozionali. Gli scatti devono essere molto belli e studiati, più curata la presentazione dei piatti, evocative le foto del ristorante e del territorio. Per chi non ha ancora un pubblico numeroso e fidelizzato, è importante la scorciatoia delle campagne con post e storie sponsorizzate, che saranno veramente efficaci solo se includono una proposta unica e una strategia più sofisticata di acquisizione clienti.

Piattaforme per prenotazioni e cibo da asporto

Ottime vetrine, prosegue Andrea Lisi, sono The Fork o JustEat, se si  prevede il servizio di consegna a domicilio, anche se il costo è maggiore. "La strategia più intelligente, per chi è in una zona servita da queste app, è presidiare queste piattaforme per approfittare dell’attuale aumento delle richieste di cibo d’asporto, avendo, però, già pronte delle offerte per disintermediare appena possibile, incentivando i clienti a fare i prossimi ordini direttamente dal sito o dalla pagina Facebook del ristorante, promettendo qualcosa in più (ad esempio consegna gratis, omaggio, buono sconto)".

Raccontare i piatti e riscrivere il menù in ottica copywriting

Non è affatto banale potenziare le descrizioni di ogni singolo piatto per venderlo meglio ancora prima che arrivi l’addetto sala a prendere l’ordine, o per far venire voglia di provarlo a chi lo sta leggendo sul tuo sito.  "Si possono condividere sui profili social brevi video, rigorosamente sotto i 2 minuti -consiglia Lisi ai ristoratori- nei quali vengono raccontati i piatti speciali del ristorante, mostrate alcune fasi della loro preparazione e il risultato finale".

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