Salute, benessere e italianità guideranno i consumi di domani

La voglia di innovazione non è facile da saziare, anche perché il suo significato cambia, evolve, seguendo stimoli esterni ed interni.
Nel 2021, osserviamo già alcune tendenze che si stanno facendo largo, figlie di un modo di vedere la vita (e la sua caducità) cambiato. Ci siamo scoperti più fragili, lo sforzo per tutti è ritrovare un proprio “posto” inteso sia come luogo, di lavoro e di vita, sia come ruolo, sociale, lavorativo, diverso. Abbiamo scoperto nel tempo cose di noi cui non avevamo mai (o più) pensato e altre nuove, istanze, bisogni, che non sapevamo di avere. La salute è tornata in cima alla lista, il benessere fisico e mentale sono nuove priorità, non perché prima non fossero importanti ma oggi sappiano che non sono scontate.

La ricerca anche di un benessere più ampio, che abbraccia ciò che ci circonda, che si infila dietro le quinte delle produzioni, che diventa sempre più verde. Molte delle risposte il cliente oggi le cerca nel cibo, bene rifugio, promotore di appagamento, socialità. Nascono nuove curiosità, persino la voglia di viaggiare trova una sua risposta nella ricerca di sapori lontani, esotici, senza bisogno di green pass. Bisogni cui la nostra produzione agroalimentare è più che in grado di appagare, si vedono i primi risultati, partendo proprio dai processi. La tradizione artigianale si ingegna nel trovare la stessa cura e qualità optando per una maggiore industrializzazione. In agricoltura inizia una ricerca di nuove culture, si riscopre la biodiversità e corre il biologico.

La richiesta di proteine di origine vegetale guida l’industria a nuove proposte. Le aziende che innovano oggi, poi, si devono umanizzare, dare un volto e una storia al prodotto, avvicinandosi al cliente. Tornano in campo l’empatia e l’ascolto. Dicevamo salute fisica ma anche mentale, spuntano sugli scaffali i mental drink, altri cibi per la mente verranno, per sostenere una popolazione che invecchia ma ancora attiva. Continua la cavalcata degli arricchiti e dei senza ma con formulazioni nuove che sanno meno di costrizione e più di libera scelta, anche di gusto. Gli stimoli non mancano, ad aziende e retailer il compito di cercare le risposte giuste.

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