Sangalli, Cobolli Gigli e Fiorelli chiedono al Governo più attenzione per il commercio

In un periodo di forte e continua depressione dei mercati, il franchising rimane una valida scelta imprenditoriale per avviare un'attività economica in proprio, anche se la crisi dei consumi colpisce tutti gli operatori del commercio, dalla grande distribuzione al piccolo dettagliante. Il franchising non è solo uno specifico canale di vendita regolato da una formula contrattuale, ma un ambito che unisce/accomuna soggetti apparentemente distanti come la grande distribuzione e il commercio di prossimità e vicinato. Non a caso, la presentazione del Rapporto Assofranchising alla Camera di Commercio di Milano ha avuto tra gli speaker di rilievo Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e Giovanni Cobolli Gigli, presidente Federdistribuzione, oltre a Graziano Fiorelli (in foto), presidente di Assofranchising, fresco di conferma.

Aumento Iva ed effetto scalino

Per Sangalli "Il problema strutturale della nostra economia è la debolezza della domanda interna che non potrebbe in alcun modo sopportare l'aumento dell'Iva perché se malauguratamente il Governo decidesse di confermare quest'aumento dal 1° luglio noi avremmo diversi effetti negativi: un'ulteriore contrazione dei consumi e un'ulteriore riduzione del Pil dello 0,1% con una perdita di 20.000 posti di lavoro; la penalizzazione soprattutto delle famiglie meno abbienti che già adesso stentano ad arrivare a fine mese e hanno ridotto i consumi; altre chiusure di esercizi commerciali; un impatto sui prezzi con un aumento dello 0,3-0,4% tra luglio e agosto, il cosiddetto effetto scalino".

Contribuire in modo sostanziale alla ripresa
“La Distribuzione Moderna Organizzata può dare un contributo sostanziale alla ripresa del Paese attraverso i suoi investimenti e la capacità di creare occupazione, purché vengano garantiti alcuni elementi fondamentali -ha detto Cobolli Gigli- l'imprenditore commerciale deve gestire con libertà i suoi impianti in un contesto di reale concorrenza. Due principi sui quali non è accettabile alcun passo indietro e che devono inserirsi in un quadro economico che preveda decise azioni del Governo per ridurre il sistema impositivo su consumatori e imprese, e per approntare riforme strutturali, per dare nuova competitività al Paese e, soprattutto, per ridare slancio ai consumi” .

Lotta alle inefficienze
A proposito di misure alternative agli aumenti Iva, Cobolli Gigli ha ricordato che le coperture finanziarie si troverebbero più facilmente "Se i Governi combattessero la contraffazione che sottrae al mercato 7 miliardi di euro all'anno (togliendo al Fisco 1,7 miliardi di gettito), se si intervenisse seriamente per il recupero dei 160 miliardi di evasione fiscale, e si riducessero i costi della burocrazia a carico del sistema imprenditoriale".

Serietà dei provvedimenti
Sul problema Iva una prima risposta è venuta da Bruno Tabacci, deputato del Centro Democratico: "La protesta sull'Iva è all'ordine del giorno, il Governo sta facendo il possibile per scongiurarne l'aumento, ma le coperture che è chiamato a trovare il ministro Saccomanni devono essere vere, non fittizie: credo che la serietà sia importante. Sono convinto comunque che alla fine l'Iva sarà rinviata e che si troveranno i due miliardi necessari. Poi però dovremo affrontare riforme strutturali e trovare elementi concertati tra settori diversi".

Quadro statistico
Dai dati dichiarati dai franchisor nella rilevazione 2012 si evidenzia un calo del fatturato di 162 milioni di euro (-0,7%), sceso da 23.424 milioni di euro a 23.262. Per quanto riguarda i punti di vendita il saldo negativo rispetto al 2011 ammonta a -895 esercizi. In controtendenza la dinamica all'estero: i negozi aperti fuori dai confini nazionali sono aumentati di 372 unità salendo da 7.342 a 7.714. Solo il settore delle agenzie immobiliari ha registrato un ridimensionamento della rete (chiusi 833 punti di vendita in franchising) con cospicua perdita occupazionale (2.483 occupati) e di fatturato (215 milioni di euro). Senza questo risultato il giro d'affari del franchising dal 2009 al 2012 sarebbe aumentato del 5,4%, anziché del +4,4%.

I settori più dinamici per nuove aperture sono le gelaterie e il mercato delle e-cig che ha contribuito con 1.000 nuove aperture per un giro d'affari di 130 milioni di euro.

I tre freni del settore

Assofranchising è l'associazione storica di riferimento per il mercato dell'affiliazione commerciale: nata nel 1971, rappresenta con circa 200 insegne oltre il 60% del mercato. "Lo sviluppo del franchising, che ha tutti i numeri per incrementare la sua consistenza numerica e di mercato, si trova oggi ostacolato da non pochi limiti -precisa Graziano Fiorelli, presidente Assofranchising - tre su tutti: il blocco dei fondi previsti dal decreto legislativo 185/2000 che contempla misure di sostegno per l'autoimprenditorialità; l'assenza di specifici canali di finanziamento bancario e, per quanto riguarda l'internazionalizzazione, la difficoltà da parte degli imprenditori di muoversi nell'intricata a selva di leggi, opzioni, enti e società specializzate nell'export e nella promozione estera: non può esserci uno sportello unico, efficiente, immediato che orienti e fornisca subito tutte le informazioni necessarie".
I dati del rapporto Assofranchising confermano la rilevanza del settore
nella distribuzione italiana, con oltre 23 miliardi di euro di
fatturato, e la validità come modello di sviluppo, confermato
dall'ultima rilevazione che ha visto l'affermarsi di 149 nuovi
franchisor. Il contributo all'occupazione con oltre 187.000 addetti, una
media di 3,6 per punto di vendita.

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