Sul food salutistico la ricerca è in pieno fermento

Mangiare non solo per nutrirsi, ma anche per soddisfare il palato, e ora anche per mantenersi il più a lungo possibile in salute: un’evoluzione del concetto stesso di alimentazione sviluppatosi in parallelo con l’evoluzione stessa della società nei paesi industrializzati. Dietro al boom dei functional foods, infatti, c’è l’aumento della vita media e del numero di anziani, a sua volta legato anche a quello dei costi sanitari. Fattori socioeconomici che -prima in Usa e Giappone e poi anche in Europa- hanno spinto l’industria alimentare, quella degli ingredienti funzionali e il mondo della ricerca a fare sistema in nome del wellness.
 
Probiotici al top

La tradizione ormai pluridecennale del loro utilizzo, che li rende ben accetti ad ampie fasce di consumatori, oltre alle risultanze scientifiche sulla loro efficacia, fanno dei probiotici la famiglia di ingredienti funzionali maggiormente utilizzata dall’industria alimentare. Un chiaro esempio della forza raggiunta dai probiotici è dato dal successo di vendita raggiunto in tutto il mondo dal gruppo Danone, che stima che quest’anno il peso dei suoi brand funzionali (Activia e Actimel) raggiungerà il 40% del totale business yogurt e latti fermentati. Ma, mentre nei paesi anglosassoni i probiotici vanno ormai ad arricchire varie tipologie di prodotto, freschi e secchi, in Italia il loro impiego è ancora riservato quasi esclusivamente al settore lattiero caseario, e in massima parte a yogurt e latti fermentati. “Del resto, proprio all’Italia va riconosciuto il merito di essere stata il paese pioniere in questo campo: basti pensare che il lancio di Kyr da parte di Parmalat risale addirittura agli anni ’80 -commenta Raul Larsen, responsabile commerciale probiotici Chr. Hansen Italia, filiale della capogruppo danese, è leader europea nelle colture probiotiche- In pratica quando è arrivata Danone il mercato era già pronto, tanto è vero che ha funzionato da traino per tutti quelli che si sono lanciati nel business del probiotico. Oggi le vendite di fermenti probiotici stanno continuando a crescere a doppia cifra, ma è il momento che l’industria alimentare diversifichi i campi di applicazione. Nei formaggi, dove Brimi è stato tra i primi ad entrare con le mozzarelle arricchite con i nostri fermenti, c’è ancora molto spazio, mentre per esempio il settore dei succhi di frutta è addirittura tutto da esplorare. La novità del 2008? A breve è previsto il lancio in gdo di un gelato probiotico da parte di un’azienda di marca”.

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Sul food salutistico la ricerca è in pieno fermento
Gdoweek 433 | 22 aprile 2008 |

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