Tesco, la più nota catena di supermercati e superstore in Inghilterra (gareggia con Sainsbury's, l'altra regina del retail britannico) aprirà dal 2 al 13 agosto 2016 a Londra, quartiere Soho, un locale provvisorio per la mescita di vino (il migliore) con un'offerta di 70 etichette. È il primo esempio di "pop up store" enologico per la catena guidata da Dave Lewis.
Gli assaggi e le proposte enogastronomiche previste temporaneamente nel bar di Wardour Street devono invogliare i clienti e i visitatori a scoprire nuovi vini oltre a quelli abitualmente consumati. Questo l'obiettivo principale alla base di Finest versione wine: evidenziare l'intero assortimento Tesco in materia di vini in un ambiente più bello e socievole rispetto a quello normalmente esperibile in un superstore.
Tesco continua comunque la cura dimagrante prescritta per liberarsi del pesante deficit registrato nel 2014, e la ricetta consiste soprattutto nel vendere catene e rami d'azienda importanti, ma ritenuti non più "core" come Dobbies Garden o, fuori dall'Isola, Giraffe e Kipa, le due insegne di Tesco in Turchia.
Le vendite complessive del gruppo sono scese dell'1,3% nelle 12 settimane terminanti il 19 giugno, secondo Kantar Wordpanel, mentre la gd inglese segna -0,2%. Lidl e Aldi, le due più famose star del discount tedesco, hanno raggiunto una quota aggregata del 10,5%. L'unica insegna inglese a non risentire della concorrenza creata dallo sviluppo dei discounter, anzi a crescere, è Waitrose, un fenomeno positivo che dura dal 2009. Non sappiamo ancora l'opinione di Tesco sulla Brexit, ma la questione è tutt'altro che oziosa, visto che il 40% di cibo acquistato dai Brits viene dall'Ue. Le oscillazioni valutarie nel medio-lungo termine potrebbero aggravere il contesto competitivo, anche se la crisi finanziaria del 2008 non ha impattatto gravemente sui consumi.