I consumi in casa favoriscono l’andamento agroalimentare

Il carrello della spesa è sempre più orientato agli acquisti gastronomici a valore aggiunto, ne parliamo nel nostro Speciale Cibus 2021

Il carrello della spesa è sempre più orientato agli acquisti gastronomici a valore aggiunto, ne parliamo nel nostro Speciale Cibus 2021

La differente e ridotta mobilità della popolazione è uno dei fattori principali che influenzano la domanda di beni primari nel retail. La centralità domestica significa continuare a mantenere una parte importante dei consumi di base (soprattutto alimentari) in casa. Fattore che determina un forte impatto sui mercati del largo consumo confezionato. Da quanto rilevato dalle indagini Iri, è cambiato il rapporto di forza tra formati distributivi, a beneficio del discount (+16,1% delle vendite nei primi quattro mesi del 2021) e, parzialmente, anche dei supermercati. L’eCommerce intanto viaggia ancora in doppia cifra, nonostante sia passato più di un anno dall’inizio della pandemia.

Segui lo speciale Cibus 2021 su Gdoweek

Dinamiche persistenti

Il largo consumo ha chiuso il 2020 con una crescita a volume del 6,6% e a valore del 7,8%: numeri davvero inediti. Anche i primi mesi di quest’anno hanno visto proseguire queste dinamiche positive: il dato del progressivo ad aprile segna 5,8% a volume e +4,5% nella spesa. A livello di reparti, sicuramente alimentari e bevande hanno beneficiato del travaso dal fuori casa segnando performance commerciali di tutto rispetto. L’alimentare ha raggiunto durante lo scorso anno +7,2% in termini di volumi, mentre le bevande hanno segnato +4,5%.

Negli ultimi mesi Iri ha osservato un raffreddamento dei prezzi principalmente dovuto allo spostamento degli acquisti verso i canali di basso prezzo e alla ripresa delle promozioni nel comparto del largo consumo. In particolare, il forte aumento dell’incidenza dei discount tende a spostare il paniere medio della spesa su livelli di costo più bassi, offrendo questa tipologia per missione un prezzo mediamente inferiore del 30% rispetto ai formati classici. Nel 2021 la promozione ritorna ad avere un ruolo importante per gestire la concorrenza orizzontale tra formati. In un contesto di inasprimento della competitività di prezzo fra canali, è logico attendersi un rinnovato uso del up&down per contrastare o difendere le posizioni conquistate. Anche questo fattore spinge in basso i prezzi medi della spesa. Interessante infine notare come l’appiattimento dei prezzi (+0,1%) del comparto nel secondo semestre 2020 celi una certa polarizzazione dell’offerta, con prodotti premium e primi prezzi (sia di marca che a marca del distributore) che comprimono la fascia mainstream.

La migrazione della domanda verso formati distributivi più piccoli sta riducendo la numerica assortimentale. Si riscontra in modo esteso la tendenza a comprimere la profondità assortimentale. La pandemia, insomma, ha dato l’avvio a quel processo di razionalizzazione degli scaffali di cui tanto si è discusso in passato, ma che poco veniva praticato. I consumatori hanno continuato a evolvere i propri stili di consumo e cercano sugli scaffali nuove risposte alle loro mutate esigenze. I nuovi prodotti che sono stati in grado di incontrare quella che era la richiesta dei consumatori, hanno sviluppato performance estremamente interessanti.

Il basket di spesa -riporta Iri- è diventato sempre più alimentare, guidato dall’espansione dei prodotti freschi confezionati. Il fresco a contenuto di servizio rimane una tendenza di fondo, aiutata anche da sviluppo tecnologico e ammodernamento dei concept distributivi. La domanda da farsi è: che ne sarà del banco assistito nel medio periodo? Un’ipotesi tutta da verificare potrebbe essere che prenda sempre più spazio una formula dedicata a specialità di alta gamma, ribaltandone completamente il posizionamento di prezzo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome