Al centro commerciale di Savigliano lo shopping si fa con le lire

Per i nostalgici e per chi non si è ancora "disfatto" delle lire, dall'11 ottobre e fino al 31 dicembre 2010, si può fare shopping pagando alla vecchia maniera.

A rispolverare la lira è il centro commerciale naturale Il Molo di Savigliano (Cn), dove fino alla fine dell'anno, in 48 punti vendita, è stato organizzato l'evento in collaborazione con la Banca CRS, che si occuperà di gestire i contatti e i cambi con la Banca d'Italia, garantendo trasparenza e puntualità nella conversione delle monete e banconote del vecchio conio ritirate dai negozianti.
L'iniziativa mira ad accontentare i nostalgici delle vecchia valuta, che sono ancora in tanti. Per avere un'idea, si digiti la parola “lire” su Facebook e appariranno decine di gruppi a suo sostegno, con la parte del leone rappresentata dalla banconota delle 1.000 lire con oltre 26mila fan.

Per i più pratici, diventa l'occasione per liberarsi da spiccioli e banconote che ancora non si ha avuto il tempo o la voglia di cambiare. Uno studio della Banca d'Italia rivela, infatti, che al 31 maggio 2010 non erano rientrati quasi 310 milioni di pezzi dell'ultima serie, denaro di fatto ancora circolante per il valore di 2.557 miliardi di lire, ossia quasi 1,3 miliardi di euro, e che può essere convertito in euro presso le filiali della Banca d'Italia solo entro la fine di febbraio 2012.

Chi sono quelli de Il Molo

Il Molo è un'associazione nata nel 2005 per valorizzare l'ambiente naturale del centro cittadino e fare riscoprire agli abitanti quanto sia bello fare acquisti passeggiando per le vie cittadine, liberi di scegliere tra le tante opportunità commerciali, artigianali, di svago e di spazi per il tempo libero.

“È un'originale iniziativa - spiega il direttore de Il Molo, Livio Raballo -che dimostra ancora una volta la vicinanza e la sensibilità del nostro centro commerciale naturale verso il tessuto sociale ed economico cittadino. Tutte le attività che abbiamo sviluppato e che svilupperemo vogliono comunicare che esiste un modo diverso di fare commercio: sostenibile, attento ai problemi della gente e ricco di quella componente umana che contraddistingue i nostri negozi e le nostre attività.”

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