Analisi dello scaffale: opportunità e sfide per la gdo

Il cambiamento dell'assortimento a scaffale può concretamente incrementare il sell-out e dare risposte a un cliente che cambia stili di consumo molto velocemente

La crescente attenzione verso la sostenibilità, la maggiore consapevolezza ambientale e l’adozione di tendenze alimentari e stili di vita salutari stanno influenzando le scelte dei consumatori e spingendo le aziende a riconsiderare la gamma di prodotti. Non ultimo, l'inflazione e le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime possono influenzare la disponibilità e il costo dei prodotti. I retailer devono essere perciò in grado di reagire in modo agile a queste sfide economiche.

Per rimanere al passo con le trasformazioni del settore, le soluzioni IT nell’ambito del category management devono aggiornarsi e sfruttare appieno le più recenti tecnologie, per migliorare l'efficienza, l'efficacia e la redditività dei processi e consentire alle aziende di offrire un’esperienza di acquisto migliore ai clienti.

Nuove soluzioni e pratiche già in uso

Una delle applicazioni sempre più spesso preferita nel settore del retail per rispondere alle evoluzioni del mercato è, ad esempio, il sistema di ottimizzazione assortimentale. Questa fa uso di modelli matematici e algoritmi per guidare le decisioni, trasformando il tradizionale approccio aziendale basato su sensazioni personali in un processo “data-driven”, ossia basato sui dati.

Ma questo crescente interesse per soluzioni innovative e tecnologiche non si accompagna però a una altrettanto particolare attenzione allo sfruttamento e al miglioramento di strumenti e di pratiche spesso già in uso. Planogrammazione e ottimizzazione dello spazio a scaffale sono spesso considerate un esercizio “necessario”, ma poco strategico e poco determinante ai fini della redditività.

Al contrario, è evidente che un assortimento di categoria, anche se “perfezionato” con l’ausilio di moderni strumenti e sistemi di AI, non produrrà gli effetti desiderati se non viene proposto in modo efficace per lo specifico contesto in cui deve operare. Visual Merchandising, comunicazione del valore, monitoraggio delle prestazioni sono tutti elementi che possono essere governati in modo ottimale attraverso il planogramma di categoria.

L’importanza di affidarsi a un planogramma

Il planogramma rappresenta lo strumento cardine per posizionare strategicamente i prodotti chiave dell’azienda, in modo che siano ben visibili e facilmente accessibili ai consumatori, e aiuta a promuovere e differenziare i marchi propri dagli altri presenti in negozio. È spesso utilizzato anche per la determinazione dei livelli di inventario per il calcolo dei riordini. Quest’ultimo si basa sui dati storici sulle vendite, i tempi di riordino e i livelli di stock attuali per determinare quando e quanto riordinare di ciascun prodotto. Di fatto, il planogramma può aiutare a stabilire la capacità dello scaffale e le quantità di riordino ottimali per minimizzare i rischi di esaurimento o sovraccarico di inventario.

Infine, il planogramma rappresenta un eccezionale strumento di comunicazione dei valori aziendali, come sostenibilità, etica o responsabilità sociale. Tuttavia, non sempre viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità.

Il planogramma come strumento di monitoraggio e analisi

Oltre a offrire una rappresentazione statica della disposizione dei prodotti sugli scaffali, il planogramma è infatti anche uno strumento dinamico di monitoraggio e analisi delle prestazioni della categoria nel contesto di uno specifico punto vendita e può essere utilizzato per valutare l'efficacia dell'assortimento e apportare modifiche in base ai dati di vendita e alle tendenze dei clienti.

Le applicazioni di planogrammazione possono calcolare automaticamente KPI chiave come la rotazione degli scaffali, la copertura del prodotto, il margine di profitto per metro lineare e altro ancora. Queste metriche aiutano a misurare l'efficacia del planogramma attraverso analisi dei dati, quali:

  • analisi delle vendite, per identificare quali prodotti stanno vendendo bene e quali non stanno performando come previsto;
  • analisi della redditività, per identificare quali prodotti contribuiscono maggiormente ai profitti e se è possibile ottimizzare la redditività modificando l'allocazione degli spazi;
  • analisi della redditività al metro lineare, per valutare quanto profitto genera una determinata area di vendita, generalmente espressa in termini di metri quadri di spazio sugli scaffali;
  • analisi della domanda del consumatore, che può includere informazioni sulle preferenze dei clienti, le tendenze di acquisto e i fattori stagionali che influenzano la domanda;
  • analisi delle scorte e della rotazione degli inventari, per verificare se ci sono prodotti che rimangono troppo a lungo sugli scaffali o che spesso sono esauriti e ottimizzare le scorte;
  • analisi dei dati geografici per ciascun punto vendita, per scoprire come le preferenze dei clienti o le prestazioni dei prodotti variano da un luogo all'altro.

Possono altresì essere elaborate analisi comparative del medesimo planogramma relativamente a differenti periodi, per analizzare e valutare l’impatto di promozioni e specifici eventi o per monitorare le tendenze del mercato e l'evoluzione dei gusti dei consumatori.

Una delle attività che viene spesso disattesa o comunque eseguita superficialmente, è la verifica della compliance, il processo di controllo per assicurarsi che il negozio stia seguendo fedelmente il planogramma stabilito. Significa assicurarsi che i prodotti siano disposti esattamente come indicato nel planogramma, che le quantità siano rispettate e che l'aspetto generale del negozio corrisponda alle specifiche del planogramma.

Le applicazioni di planogrammazione, dunque, non solo aiutano a progettare la disposizione fisica degli scaffali, ma forniscono anche strumenti avanzati di analisi dei dati e di reporting per valutare e migliorare le prestazioni. Mentre l'ottimizzazione assortimentale riguarda la selezione dei prodotti giusti da offrire in un punto vendita, il planogramma riguarda la disposizione fisica di quei prodotti sullo scaffale.

Si tratta di attività strettamente interconnesse ed entrambe fondamentali per il successo di un punto vendita. Un approccio equilibrato che combina la scienza dell'ottimizzazione assortimentale con l'arte della presentazione e dell'interazione con i clienti è spesso la chiave per ottenere i risultati desiderati dal retailer.

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