Beteyà: lo store a sostegno dei migranti

Beteyà (foto Brunella Bonaccorsi)
Beteyà (foto Brunella Bonaccorsi)
L'insegna Beteyà nasce da un progetto di integrazione e di lotta all'illegalità, finanziato dalla Fondazione con il sud. A Catania il primo store

In mandingo, dialetto parlato in diverse zone dell'Africa occidentale, Beteyà significa bello e buono. Oggi è l’insegna di un punto di vendita, il primo di una rete che intende svilupparsi in Italia e in Africa, aperto a Catania, in via Etnea, in un’area centralissima del capoluogo etneo, a ridosso di villa Bellini.

Questa insegna nasce da un progetto di integrazione e di lotta all'illegalità, finanziato da Fondazione con il sud e promosso dall’Associazione Don Bosco 2000 in collaborazione con le istituzioni locali. I valori etici del brand sono: legalità, sostenibilità, eticità, integrazione e esclusività. 

Tutti i prodotti che si trovano in assortimento vengono, infatti, realizzati all’interno di un fabbricato confiscato alla mafia situato a Villarosa, in provincia di Enna. Vi lavorano giovani migranti, ospiti delle strutture di accoglienza, coinvolti in un percorso di formazione professionalizzante per acquisire abilità artigianali e competenze nell’utilizzo di strumenti e macchinari. Sono otto invece i giovani avviati ad una serie di work experience presso produttori artigianali siciliani aderenti alla rete Confcooperative per essere poi impiegati nello store.  Tutte le produzioni, raccolte sotto il brand  Sud-Arte & Design, hanno uno stile afro-europeo.

Lo spazio di circa 50 mq dispone anche di un’area dedicata a incontri specifici, presentazione di libri ed eventi di scambio e condivisione, in linea con la filosofia che ha dato vita all’insegna.

Il progetto prevede anche la possibilità di finanziare, con una parte del ricavato delle vendite, l’apertura di nuovi store in Africa per permettere ai migranti di ritornare nel proprio Paese, certi di avere una fonte di reddito.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome