Borletti aumenta l’offerta per Karstadt

Niente “spezzatino”, 100 milioni di investimento e un'offerta complessiva più elevata di quella presentata negli scorsi mesi. Sono queste le condizioni messe sul piatto per rilevare il fallimento della catena di grandi magazzini tedeschi Karstadt, da Maurizio Borletti (nella foto), Ad del Gruppo Borletti che assieme a un pool di altri investitori controlla anche  Rinascente.

L'asta
L'offerta è l'ultimo colpo di scena di una vicenda che da mesi vende contrapposto il pool di investitori di cui Borletti è il riferimento e l'inoprenditore tedesco Nicolas Berggruen, che si era in un primo momento aggiudicata l'asta per l'acquisto in cordata con l'imprenditore tessile Bcgb e che era intenzionata a suddividere la proprietà in diverse società indipendenti. Condizione necessaria perché l'aggiudicazione venisse validata era il raggiungimento di un accordo con i creditori e in particolare con Highstreet (il consorzio proprietario degli edifici dei grandi magazzini di cui fanno parte Goldman Sachs, Deutsche Bank, Generali, Pirelli Re e lo stesso Borletti). Termine ultimo per il raggiungimento dell'accordo era lo scoso 10 agosto ma non si è giunti a una solzuione soddisfacente.

Valenza strategica
Di qui la mossa di Borletti, che evidentenìmente si muove sia in una logica difensiva degli investimenti effettuati in Karstadt, sia in una logica di sviluppo, perché sin da quando deteneva il controllo di Printemps Borletti non ha fatto mistero di voler dare vita a un network europeo di grandi magazzini.
Borletti si dice ottimista sulle possibilità di chiudere la trattativa entro il prossimo 30 settembre.

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