Brasile, ritorno alla crescita nel 2017

Inizia da questo numero un nuovo appuntamento: parleremo delle strutture retail di alcuni Paesi in sviluppo, cui seguirà, nel numero successivo, un'analisi delle private label e delle possibilità del Made in Italy. Questo viaggio inizia dal Brasile: ecco i protagonisti del mercato retail (da Gdoweek n. 1/2017)

Brasile: opportunità di investimento per i retailer italiani o mercato fragile e instabile, colpito dalla volatilità della quotazioni delle materie prime, prima voce di bilancio dell’economia brasiliana? Dopo 13 stagioni di continua crescita, più o meno vigorosa, il 2015 ha rappresentato un anno negativo per il commercio del Brasile, mentre nel 2016 si sono alternate nubi e schiarite per il retail brasiliano, avviato comunque a una fase di modernizzazione e assestamento/riposizionamento. Oggi, secondo un’analisi di Sbvc, il mercato retail brasiliano varrebbe 600 milioni di dollari. Nel 2016, secondo Nielsen, il retail ha rappresentato il 5,35% del Pil del Brasile e le vendite al dettaglio sono calate del 3,25%. Se segmentiamo questo dato rispetto ai canali di vendita, notiamo che le strutture distributive moderne stanno reagendo meglio a questa crisi, rispetto al dettaglio tradizionale, confermando la loro capacità di attrazione. Le vendite attraverso ipermercati, supermercati e self service hanno mostrato una crescita del 7,1%, ma con un aumento del 3% del numero di punti vendita, arrivati a quota 84.547 alla fine dello scorso anno. A conferma di questo trend di investimento da parte dei principali retailer, il numero complessivo degli addetti nella distribuzione brasiliana è salito da 207.000 a oltre 222.000 lavoratori nel raffronto 2014/2015. In generale, hanno reagito meglio a questa fase di stanca le superfici più grandi, quelle che possono capitalizzare il traino rappresentato da ampiezza dell’offerta/posizionamento di prezzo e brand/insegne di forte richiamo, magari di importazione.

L’impegno dei francesi
Questi segnali vanno interpretati nell’ottica di un paese vasto, con stati a maggiore sviluppo economico e altri più arretrati, anche dal punto di vista sociale. E su una struttura  distributiva  che  vede  una forte presenza di retailer stranieri, dai francesi Casino che controllano il primo gruppo distributivo, la Companhia Brasileira da Distribuição, alla filiale brasiliana di Carrefour, fino a Wal-Mart e al gruppo cileno Cencosud, che dal 2007 ha investito anche in Brasile. Al di là dei distributori che si muovono su utto il territorio brasiliano, le catene distributive locali spesso sono ancora detenute dal fondatore o dalla sua famiglia (Zaffari, Muffato, Zonta) e hanno posizioni di forte leadership nello stato d’origine.

L'intero articolo su Gdoweek 1/2017

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