”Non vi è nell’immediato il rischio di non reperire prodotti alimentari e i nostri lavoratori stanno garantendo questo servizio essenziale. Occorre però prestare attenzione alle misure previste dal DPCM (ndr: il decreto firmato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte) che i nostri associati hanno tutta l’intenzione di rispettare”. Così Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio e presidente della Federazione Italiana Dettaglianti Alimentari, su situazione della gdo alla luce delle nuove disposizione sul #Coronavirus.
Infatti l’accesso i supermercati e negozi alimentari è controllato in modo da evitare assembramenti e per garantire la distanza minima di sicurezza di 1 metro; inoltre all’ingresso dei punti dei vendita sono disponibili gel disinfettanti per le mani (già da diversi giorni) così come le superfici sottoposte a contatti con i clienti sono disinfettate costantemente.
"Ricordiamo -continua Donatella Prampolini- che i lavoratori dei punti di vendita alimentari sono autorizzati a recarsi nei rispettivi negozi solo se in perfette condizioni di salute. L'attività di vendita sarà garantito per tutta la settimana, ininterrottamente, e molti punti di vendita stanno anche predisponendo servizi di consegna a domicilio".
Movimentazione merci
Secondo il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in attesa di linee guida sulla movimentazione delle merci più specifiche, "i prodotti agroalimentari possono entrare e uscire dai territori interessati. L'attività degli operatori addetti al trasporto è un'esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può entrare ed uscire dai territori interessati e spostarsi all'interno di essi, limitatamente all'esigenza di consegna o prelievo degli stessi prodotti".
Sulla base di una nota Ansa, il governo sarebbe al lavoro per chiarire ogni dubbio interpretativo legato al Dpcm e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, starebbe per inviare una direttiva ai prefetti per dare attuazione uniforme e coordinata delle disposizioni del Dpcm con le misure per il contenimento del Coronavirus che investono profili di ordine e sicurezza pubblica.
In relazione al trasporto delle merci, sul sito del Governo è apparsa una precisazione in base alla quale "le merci possono entrare ed uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è considerato come un'esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all'interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci".
Assolombarda, sottolineando che non esiste nessun blocco a produzione e merci, suggerisce alcuni comportamenti di prevenzione per cautelare i trasportatori stessi.
"Gli autisti non possono scendere dai mezzi e devono essere muniti di dispositivi medici
di protezione e prevenzione quali mascherine e guanti monouso; se il carico/scarico richiede la discesa dal mezzo deve essere mantenuta la distanza di sicurezza (1 metro) e la documentazione di trasporto deve essere trasmessa in via telematica".
Transfrontalieri
Sulla base di quanto emerso fino ad ora, non esiste nessun obbligo di comunicare all’Asl o al proprio medico se si viene dalla Lombardia o da una delle 14 province coinvolte dal contagio: l’obbligo esiste solo per chi arrivi in Italia dall’estero, dal momento che il nostro Paese è indicata dall’Oms come una zona a rischio epidemiologico.
Come suggerisce una nota del Ministero degli Affari Esteri, questo significa che "non sono vietati spostamenti per comprovati motivi di lavoro, a meno che i soggetti trasfrontalieri non siano in quarantena o risultino positivi a virus. I transfrontalieri quindi potranno entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli".