Da Union Market si va come in boutique

Quattro location a NY per un "grocery store" con la metratura di un supermercato e la mission di mantenere il forte legame con la comunità di riferimento e i fornitori locali (da Gdoweek n. 17)

Entrando da Union Market colpisce subito la sensazione di qualità e cura: cura nell’esposizione e qualità della merce, la scelta della segnaletica è molto British, nello stile delle migliori catene anglosassoni. Il Market non tralascia nulla, che siano le composizioni delle cascate di frutta o il racconto di filiera.
Ancora più interessante, però, è la politica di approvvigionamento di Union Market, molto più simile a quella delle boutique dell’abbigliamento multimarca rispetto a quanto si è soliti vedere in una, seppur piccola, catena di supermarket. Infatti, a rendere unica e prestigiosa l’offerta è la selezione di “marchi” locali nei vari reparti, un mix di private label con pedigree sostenibile, fair, o local e prodotti provenienti da titolatissimi specialisti. Andando con ordine.
Bakery. Grande varietà di formati e origine, è forse la categoria dove è più evidente la filosofia di approvvigionamento dell’insegna e va a pescare tra i nomi più noti in città nel settore della panificazione, dal pluripremiato Balthazar al Blue Duck Bakery fino al ricercato Pain D’Avignon.
Salumi e Formaggi. 250 diverse varietà di formaggi nazionali e internazionali, vasta selezione da Italia e Francia, cui si aggiunge, anche in questo caso, l’offerta di prodotti del territorio da Ronnybrook a Five Acre Farms fino alla Hudson Valley Fresh. Stesso discorso, anche se meno esteso in termini di offerta, per i salumi.
Caffé e té. Offerta pensata per consumatori evoluti, dalla selezione di varietà pregiate a quella dei tostatori locali come Stumptown, Oslo Coffee Roasters e Café Grumpy
Grocery. Selezionatissimo, molte delle private label sono originate da integrazioni a monte; un esempio per tutti: l’olio d’oliva che proviene da tenute di proprietà della catena.
Carne. Libera da ormoni e antibiotici, cresciuta solo a mangimi vegetali, proveniente da animali allevati “umanamente”. Una filosofia che vale per  tutta l’offerta, dal pollame all’agnello.
Piatti pronti. Tutti preparati nella cucina di Brooklyn, luogo di provenienza dell’insegna.

Amo il cambiamento e lo vivo con passione, mi occupo di marketing e retail da vent'anni, ho diretto on e off Gdoweek e da qualche anno anche Mark UP. Prima, ho seguito con altrettanta passione cinema e lifestyle, ho scritto di moda e di ristoranti, ho lavorato per la televisione e per la radio. Ho vissuto almeno tre vite e nessuna mi ha annoiata.

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