Secondo l’Italian Food&Beverage Report 2023 (Savills), ristoranti, caffè e altre attività di ristorazione hanno assorbito il 66% dei consumi totali F&B

Secondo l’Italian Food&Beverage Report 2023 di Savills, nonostante la crescita dell’inflazione e il conseguente calo nel potere d’acquisto delle famiglie, i consumi nei servizi di ristorazione sono aumentati più rapidamente dei consumi complessivi: la spesa per consumi finali nel settore F&B è pari a 84 miliardi di euro nel 2022 (+22% rispetto all'anno precedente). Ristoranti, caffè e altre attività simili hanno assorbito il 66% dei consumi totali F&B, seguiti da fast-food e attività di asporto (30%). Rispetto al 2019, i fast-food e i servizi da asporto sono le uniche attività che mostrano una crescita dei consumi (+24%). Anche l’eCommerce ha contribuito alla ripresa dei consumi nel settore F&B con circa 1,8 miliardi di euro di fatturato relativi al food delivery.

In Italia sono 335.800 le imprese della ristorazione (fonte: Infocamere 2022), 9.600 delle quali hanno avviato l’attività nel 2023. Il settore nel suo complesso impiega oltre 1,2 milioni di persone pari al 7% del totale dei lavoratori italiani, con aziende localizzate principalmente in Lombardia (15%), Lazio (11%) e Campania (10%).

Nei centri commerciali italiani si possono contare circa 130 food court, per un totale di 1.200 esercizi (fonte: Osservatorio nazionale delle food court) che contribuiscono a incrementare i passaggi (footfall), le vendite e la capacità attrattiva degli asset. I brand alimentari stanno ampliando la loro presenza anche nei centri extraurbani, soprattutto in franchising: le nuove aperture nel 2023 ammontano in media a circa 3 unità per marchio, che potrebbero salire a 4 nelle previsioni 2024. Il format del fast food ha resistito all’impatto della crisi legata al Covid, grazie alla scalabilità e ai servizi di food delivery; nel corso del 2023 sono cresciuti attirando capitali provenienti da fondi di investimento.

Nelle moderne food court i ristoranti occupano ora meno spazio in termini di mq rispetto al passato, anche se l'offerta è aumentata nel numero di locali, in particolare per i centri di medie e grandi dimensioni cioè con Gla >40.000 mq, mentre è diminuito solo nei piccoli centri commerciali. I centri commerciali di medie e grandi dimensioni registrano un fatturato per visitatore più elevato di quello che si registra nei centri con una Gla inferiore a 20.000 mq; nei centri commerciali con Gla >20.000 mq si registra una crescita di oltre il 25% del fatturato per visitatore rispetto al periodo pre-Covid.

“La food court è un attrattore del centro commerciale e costituisce una motivazione di visita primaria in alcuni momenti della giornata -commenta Maddalena Panu, responsabile Retail & progetti speciali-. Le ristorazioni al tempo stesso sono anche un fattore che indirizza gli acquisti d’impulso e permette di ampliare la permanenza media all’interno della struttura. Per gli shopping mall che si presentano con un’offerta completa che abbraccia leisure e retail, la food court costituisce l’anello di congiunzione in grado di coinvolgere differenti target di clientela e soddisfare il cliente alla ricerca di un’esperienza piacevole e gratificante”. 

High street: l'offerta cambia secondo le fasce della giornata

Per quanto riguarda invece le high street, l'offerta è molto variegata e si distingue principalmente per il momento della giornata nel quale si usufruisce dei servizi. A Milano, l'offerta diurna è rivolta a impiegati, studenti e turisti ed è localizzata principalmente nel centro città o nei business district, grazie a ristoranti che offrono un servizio rapido e a catene con prezzi convenienti. L’offerta serale è più frequente fuori dal centro cittadino e i format tipici sono più assortiti: ristoranti indipendenti, dinner show, piccoli marchi in franchising con prezzi medi più alti rispetto all’offerta diurna. Indipendentemente dalla tipologia, ciò che accomuna queste due tipologie è una disponibilità di spazi da locare prossima allo zero.

"La città di Milano, consolidatasi come centro di rilevanza internazionale, si è trasformata in una destinazione di notevole richiamo non solo per le industrie della moda e del design, ma anche per il settore food -commenta Francesca Cattagni, responsabile della commercializzazione High Street- una metamorfosi recentemente amplificata dalle imminenti Olimpiadi invernali del 2026, programmate a Milano e Cortina. L'impulso economico generato da questo evento sta già determinando un'influenza globale nel comparto Food & Beverage, coinvolgendo non solo le zone centrali della città, ma anche gli ambiti residenziali, grazie sia ad aperture di new comer che al consolidamento di realtà già affermate nel settore".

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