Gdo, i prezzi in Europa al livello più basso di crescita dal 2010

Nel quarto trimestre 2015 i prezzi della Gdo in Europa registrano il tasso di crescita più basso da oltre 5 anni (+1,3%). In Italia questa crescita è pari a +0,3%. Lo comunica Nielsen nel suo "Growth Reporter" sul mercato dei beni di largo consumo

Secondo i dati del Growth Reporter di Nielsen, che misura l’andamento delle vendite Gdo in 21 Paesi europei, nel 4° trimestre 2015 i volumi di vendita dei beni di largo consumo (Fast moving consumer goods-Fmcg) su scala europea sono aumentati dello 0,8% anno su anno, mentre i prezzi sono cresciuti solo dell’1,3%, il dato più basso registrato a partire dal terzo trimestre 2010 (+1,1%).  I distributori hanno perciò aumentato gli incassi del 2,1% (incremento dei volumi+incremento dei prezzi). In Italia la crescita nominale (var. prezzo per unità+var. volume) registrata nel 4° trimestre 2015 è stata dell’1,4% rispetto allo stesso trimestre 2014 (crescita dei volumi pari all’1,1% + crescita dei prezzi pari allo 0,3%).

Spagna leader per crescita nominale
La Spagna (+2,7%) è in testa per tasso di crescita nominale, prima di Germania e Francia (entrambe +1,5%). Solo Svizzera (-2,3%), Finlandia (-1,1%), UK (-0,5%) e Slovacchia (-0,2%) registrano un trend negativo.
“L’andamento dell’Italia – commenta Romolo de Camillis, retail director di Nielsen – vede l’ultimo trimestre positivo (+1,4% rispetto allo stesso periodo del 2014) ma in frenata rispetto al trimestre precedente, che grazie ad Expo e fattori stagionali aveva fatto registrare il dato più positivo dell’anno (+2,0%) a livello tendenziale. Su base annuale si conferma dunque l’inversione del trend che ha caratterizzato gli anni della crisi, ma i segnali dell’ultimo trimestre 2015, e quelli delle prime settimane 2016, indicano la permanenza di una domanda debole e in fase di assestamento. Si rende perciò indispensabile sostenere la domanda per consolidare l’uscita definitiva dalla crisi”.

Le cause della deflazione
In Europa le diminuzioni più brusche dei prezzi sono state osservate in Svizzera (-1,6% anno su anno) e Portogallo (-1,3%). Anche in altri quattro Paesi – Finlandia, Irlanda, Germania e Repubblica Ceca – si è verificato il fenomeno della deflazione. All’altro estremo della classifica, la crescita più elevata è stata registrata in Turchia (+9,2%) e Ungheria (+3,1%).
“L’andamento dei prezzi dipende da una combinazione di fattori – spiega Jean-Jacques Vandenheede, retail director di Nielsen Europa -. Per esempio il calo dei costi di produzione dovuto al ribasso del prezzo del petrolio, ma anche l'attività promozionale delle insegne cantierata per contrastare la popolarità dei discount. Quasi 3 consumatori su 10 in Europa si orientano slle marche più convenienti con l'obiettivo di risparmiare”.

Nel complesso, la Turchia ha proseguito la strada già imboccata da tempo facendo rilevare di gran lunga la più elevata crescita nominale anno su anno (+9,5%), seguita da Ungheria (+5,5%), Svezia (+4,9%) e Grecia (+4,8%).

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