Il Consorzio Parmigiano-Reggiano Dop chiede nuove regole per competere

“Le regole europee sulla concorrenza in campo agroalimentare vanno aggiornate, e il primo atto di questa riforma deve riguardare i consorzi di tutela delle produzioni Dop e Igp, cui deve essere concessa la possibilità di governare realmente la produzione per assumere un ruolo più autorevole sul mercato, soprattutto quando rappresentano prodotti la cui alta qualità ed artigianalità è legata a strutture produttive piccole e numerose e, di conseguenza, molto deboli proprio nella relazione con i mercati”.
È questa la posizione espressa da Leo Bertozzi, direttore del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, nel corso della tavola rotonda sul tema Futuro della politica europea di qualità: si può garantire la qualità senza gestire la produzione?, che si è tenuta presso la sede del Parlamento europeo per iniziativa delle principali associazioni rappresentative delle produzioni Dop e Igp europee, vini compresi.
“Per la prima volta –spiega Bertozzi– queste organizzazioni hanno presentato insieme alle istituzioni europee la necessità comune di poter gestire volumi produttivi e modalità di immissione sul mercato. È infatti del tutto evidente, e la conferma più esplicita viene proprio dal nostro mercato del Parmigiano-Reggiano, che le funzioni di tutela, di vigilanza e di promozione sono fondamentali, ma non sufficienti per incidere sul sostegno del reddito dei produttori; dall’altra parte osserviamo che anche i consumatori non traggono alcun beneficio da situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo, perché i prezzi si abbassano all’origine ma non al consumo e il rischio, quando tutti perdono, è che si abbassi la qualità”.

Vantaggi competitivi
“Oggi –aggiunge il direttore del Consorzio- siamo in presenza di un paradosso se mettiamo a confronto le azioni che possono esercitare i consorzi di tutela e ciò che fanno le grandi imprese del Nord Europa; i primi non hanno alcuna possibilità di intervenire sul governo della produzione, mentre le seconde trasformano enormi quantità di latte ed intervengono sul governo dei flussi produttivi in relazione ai mercati, assicurandosi un vantaggio competitivo enorme rispetto a sistemi, come il nostro, fondati sulla piccola impresa”.
“Ecco perché –osserva Bertozzi– continuiamo la nostra azione finalizzata ad assicurare nuovi compiti ai consorzi di tutela: in questo senso è certamente positivo il fatto che per la prima volta vi sia una piena condivisione dell’obiettivo da parte degli enti di tutela dei maggiori prodotti europei con indicazione geografica”.
L’incontro di Bruxelles è stato presieduto dal presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, al quale il Consorzio ha rinnovato l’invito ad insistere nell’azione che ha già portato il Parlamento stesso a riaprire le porte agli aiuti alla stagionatura dei formaggi duri.
“Qui -conclude Bertozzi- il parere decisivo dovrà venire dal Consiglio dei ministri dell’agricoltura ed è proprio ad esso che sollecitiamo il ripristino di una misura che non corrisponde affatto ad un generico aiuto o ad una forma di assistenzialismo: a differenza di burro e latte in polvere, per un prodotto come il nostro la stagionatura è un processo decisivo quanto la trasformazione, e questo significa che i sostegni non sono finalizzati a distogliere banalmente prodotto dal mercato, ma piuttosto a favorire l’immissione sul mercato di un formaggio di elevata qualità, pronto per il consumo e capace di assicurare maggior reddito ai produttori”.

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