Il pastificio agricolo piace molto alla famiglia Raguso

Semina, coltivazione, raccolta, stoccaggio, macinazione, sino alla produzione e confezionamento: tutto è interno a Pasta Famiglia Raguso, molto più che circolare

Pasta Famiglia Raguso ha scelto di percorrere una strada ampia: non solo la filiera circolare chiusa, non solo il packaging green, il marchio “residuo zero” ma anche un nuovo stabilimento diventa una testimonianza concreta di un lavoro quotidiano nel segno della sostenibilità. Questo in uno scenario competitivo che vede tutte le aziende del mercato della pasta impegnate nella sostenibilità. E ciascuna realtà interpreta l’impegno in modi differenti.

I fratelli Raguso
Il sito produttivo

Lo stabilimento, che avrà sede a Genzano di Lucania (Pz), sarà completamente immerso all’interno dell’azienda agricola e ingloberà totalmente la produzione, che sino a oggi era affidata anche a terze parti. La struttura: “Sposa la filosofia che abbiamo adottato in tutti gli altri nostri progetti, in quanto riteniamo che non ci sia attività agricola senza sostenibilità -spiega Mirko Raguso, presidente di Vera Società Cooperativa, che gestisce l’attività insieme al fratello Antonio, vice presidente-. Mi riferisco per esempio all’uso dell’energia solare, alla caldaia a biomassa. Riusiamo i residui della potatura e i nostri pellet sono autoprodotti. Per la biomassa sfruttiamo le stalle, dove vivono gli animali che si nutrono in campi tenuti a maggese. La nostra è una scelta di impegno a 360 gradi verso l’ambiente e i consumatori. Abbiamo agito ad ogni livello e in questo progetto circolare tutto parte dal grano”. Grano che, grazie all’implementazione dell’agricoltura 4.0, viene coltivato secondo i principi dell’agricoltura integrata, in un terreno particolarmente vocato per la produzione di grano. Da qui nasce la garanzia al consumatore con la dicitura “residuo zero” ovvero un prodotto finito che non contiene alcun residuo indesiderato, presente su tutte le confezioni di Pasta Famiglia Raguso.

Dalla prossima primavera

Lo stabilimento, che sarà operativo la prossima primavera e consentirà di raddoppiare la produzione, sarà dotato di due linee, una dedicata alla pasta trafilata in bronzo e una alle specialità regionali pugliesi; sono previste un’area di stoccaggio della materia prima e del prodotto finito e un’area ufficio con annesso spazio per show-cooking e ospitalità clienti.
“In questo modo vogliamo far sì che le persone possano vivere una vera experience legata al mondo della pasta, il tutto in un ambiente agricolo, esattamente come accade nel mondo del vino con l’apertura delle cantine”.

Proprio l’idea di “pastificio agricolo” piace molto alla famiglia Raguso: “Noi nasciamo agricoltori, tutto parte da qui. Semina, coltivazione, raccolta, stoccaggio, macinazione, sino alla produzione e confezionamento della pasta: tutto è interno, molto più che circolare. Da questo controllo totale nasce un prodotto, il cui grano è 100% di Puglia e Basilicata, che non può non essere di qualità e non può non avere un sapore diverso, migliore. Per questo motivo la sfida che lanciamo è molto chiara: riportiamo al centro della tavola la pasta, con il suo valore e sapore intrinseco, non più ancillare solamente al sugo a cui si accompagna. Per questo confermiamo che la nostra pasta è ‘buona anche senza sugo’, come scritto sui packaging”.

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