Imprenditorialità creativa, mai doma

C’è chi fa accordi con produttori locali per portare a scaffale le eccellenze del territorio, chi organizza eventi in store per spiegare le qualità di un alimento o proporre idee per un pasto completo. Alcuni riorganizzano i punti di vendita, rinnovano il marchio, oppure esasperano la specializzazione in un settore merceologico. Altri prendono confidenza con le nuove tecnologie offrendo portali web, social network ed e-commerce (oltre che newsletter). Altri ancora chiamano a raccolta i dipendenti (anche in piscina!) per motivarli. Le associazioni di categoria organizzano seminari, corsi di formazione e mettono a disposizione pubblicazioni mirate e consulenze per chi vuole avviare o gestire con maggior successo un negozio al dettaglio. Di chi stiamo parlando? Di quelle insegne della piccola e media distribuzione organizzata e anche singoli imprenditori, che si stanno muovendo per innovare il proprio business cercando di intercettare le richieste di consumatori attenti alla battuta di cassa, ma anche più esigenti e preparati sul cibo, nella speranza di “rosicchiare” quote alle grandi catene in affanno. Del resto i dati più recenti sul commercio alimentare mostrano una sofferenza diffusa di tutto il settore, ma con dei distinguo: è più marcata per ipermercati e supermercati rispetto ai tradizionali. Si aprono, quindi, nuove sfide.
Qualità locale e sostenibile
La maggiore rivoluzione in atto sia nei grandi che nei piccoli supermercati fino ai negozi di prossimità è quella di allargare lo spazio dedicato a prodotti locali e stagionali, esaltando il made in Italy, stringendo anche legami esclusivi e di qualità con operatori specializzati. In quest’ottica, va sottolineata la relazione che Coralis ha deciso di stringere proprio con Coldiretti e Fai a partire dal reparto ortofrutta, nella logica di qualificarlo e distinguerlo dai concorrenti. Il risultato è che alcuni negozi del consorzio Coralis, da gennaio, hanno introdotto in assortimento prodotti ortofrutticoli e del florovivaismo a Km zero. Da aprile toccherà anche al grocery con olio, pasta e riso, sempre del circuito Fai di Coldiretti.
Anche il gruppo Végé nel recente Italy Food World Summit di Salerno ha ribadito la volontà di esaltare i prodotti del territorio come vetrina per il made in Italy nel mondo e sta puntando con decisione sulla nuova linea Delizie. L’obiettivo è chiaro: portare anche nei negozi sottocasa le eccellenze delle zone circostanti come già fanno anche i grandi (da Conad a Carrefour, da Finiper con l’iniziativa dai Nostri dintorni, a Auchan, ecc), investendo nella ricerca dei fornitori più adatti, piccoli e vicini.
Lalimentari italiano, nuovo concetto
“I centri storici delle città italiane sono aree commerciali naturali. Se i negozi di vicinato sono in difficoltà è sì per colpa dei grandi mall, ma anche a causa della loro resistenza al rinnovamento in termini di layout, personale e prodotti”. Parola di Giorgio Di Tullio, innovation designer con una lunga esperienz anel mondo del retail approcciato con una logica “laterale” e oggi consulente del gruppo Coralis, con il quale collabora per promuovere il concetto di local branding. Proprio il consorzio presieduto da Eleonora Graffione ha messo a punto il progetto “Lalimentari italiano” per salvaguardare l’identità di ogni negozio ed esaltare la conduzione familiare. Ogni negozio porterà il nome di chi l’ha fondato, di chi l’ha reso un luogo di riferimento all’interno del quartiere o dell’area dov’è ubicato. Una scelta del tutto controcorrente rispetto alla tendenza di riunire tutte le superfici sotto un’unica insegna. “La nostra realtà è formata da imprenditori che gestiscono la stessa attività da 50-60 anni -spiega Graffione- quindi vogliamo esaltare il concetto di famiglia e di identità territoriale. Per esempio se in Liguria promuoviamo l’ortofrutta, al sud puntiamo sulla carne, perché le abitudini di consumo sono diverse, per motivi naturali e culturali. Allo stesso tempo, ci stiamo impegnando nella formazione – aggiunge Graffione – perchè bisogna riportare il sorriso nei punti di vendita e saper servire un cliente non è un mestiere che si improvvisa”.
Le iniziative delle associazioni
Tanti i progetti e le idee, ma non è sempre facile passare alla pratica. Un aiuto arriva dalle associazioni di categoria. Confcommercio ha curato la pubblicazione della collana “Le Bussole”, volumi focalizzati sui settori tradizionali, tra cui l’alimentare, che offrono soluzioni pratiche e concrete per avviare un’attività o rilanciarla. “Ad esempio pochi piccoli imprenditori hanno chiaro quale deve essere il loro posizionamento -spiega Fabio Fulvio responsabile del settore Politiche per lo sviluppo di Confcommercio-. I nostri associati chiedono consulenza e noi la offriamo, altrimenti per loro sarebbe impossibile pagarsela. Così, sta per partire un progetto nella zona di Perugia, dove un nostro esperto visiterà diversi negozi per i fornire suggerimenti su come migliorarli”.
Coldiretti, invece, ha appena stretto un accordo con Alival per portare a scaffale formaggi e altri prodotti tipici e in cantiere c’è un progetto molto importante che riguarda la carne: la volontà è quella di innalzare il livello qualitativo e lavorare sull’etichettatura. “Riconvertiremo gli allevamenti di suini per arrivare a una produzione di carni Dop -spiega il capo organizzazione economica Gianluca Lelli-. Daremo valore a tutta la filiera, puntando sulle produzioni italiane per ridurre le importazioni”.
La spesa 2.0
Spesa online, negozi pick up, etichette interattive, esperienze d’acquisto personalizzate con l’ausilio dei dispositivi mobili, web marketing. Anche i piccoli e medi store si stanno adeguando ai tempi; in più ci sono start up di retail alimentare che nascono solo su internet.
Entro il 2015 Maiora guidata da Pippo Cannillo farà un restyling del sito “mydespar.it” rendendolo responsive in modo da aumentare l’accessibilità dai dispositivi mobili. Saranno attivati profili Twitter e Linkedin, un canale Youtube e l’app Mydespar per smartphone e tablet. Sempre Maiora ha lanciato da poche settimane il progetto Express, con l’installazione di due distributori automatici per l’acquisto, sette giorni su sette, di circa mille referenze. Végé entro l’anno aprirà due nuovi punti di vendita “pick up” in Lombardia e Veneto: il cliente ordinerà la spesa online e passerà in negozio solo per ritirarla. Inoltre, l’amministratore delegato del gruppo, Giorgio Santambrogio, ha detto di voler puntare con decisione sull’e-commerce per la linea di prodotti Delizie. Sigma, da parte sua, ha da pochi mesi inaugurato Dispens@gusto un portale di e-commerce realizzato in collaborazione con il pastificio Delverde e la comunità di San Patrignano dedicato ad acquistare prodotti gourmet: si tratta di quasi 80 referenze nate dall’unione di queste tre realtà, per valorizzare il cibo di qualità. E poi c’è Cortilia, la piattaforma creata un paio d’anni fa da Marco Porcaro in Lombardia che distribuisce direttamente a casa prodotti ortofrutticoli a Km0 e rigorosamente di stagione nelle province di Milano, Monza e Varese. Con oltre 10mila utenti registrati e un fatturato in continua ascesa, Cortilia ha intenzione di espandersi in altri capoluoghi del Nord. Chissà che non nascano nuove partnership?

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