Intervista a Martin Angioni su Amazon pronta a diventare un bazar globale

Ne ha fatta di strada l'idea di
Jeff Bezos, il fondatore e ceo di
Amazon, partito nel 1995 con
l'e-commerce di libri e capace
di sviluppare progressivamente il business
ad un ritmo che ha spiazzato tutti
gli analisti sino ad incarnare oggi, insieme
a Walmart, il paradigma di retailer
globale. La sua ultima scommessa vinta,
l'e-reader Kindle, ha cambiato il modo di
intendere e leggere i libri. L'ingresso di
Amazon in Italia ha ulteriormente vivacizzato
un settore come l'e-commerce sì
in crescita, ma con volumi ancora ridotti
rispetto ad altri paesi europei come Germania
e Inghilterra. Per capire quali saranno
le sue strategie nel nostro paese,
Gdoweek ha incontrato Martin Angioni,
country manager di Amazon Italia.

Siete partiti con i libri per poi allargare
il raggio d'azione fino ad arrivare ai servizi
cloud. Cosa è Amazon oggi? Quanto
rimane del core business iniziale?

Amazon non l'abbiamo inventata noi in
Italia, esiste da 15 anni negli Usa, è entrata
in Germania, Francia e Inghilterra
alla fine degli anni Novanta e per tanti
anni in Europa e nel mondo occidentale
non ha più lanciato fino all'ingresso in
Italia e Spagna. In Francia sono partiti nei
primi due-tre anni solo con libri e musica,
mentre l'elettronica di consumo è arrivata dopo 4-5 anni. Essendo l'Italia
arrivata molto dopo, quando il modello
Amazon era ampiamente rodato in tutto
il mondo, è evidente che siamo partiti da
subito con 9 grandi categorie (ora diventate
12 ndr) fra cui elettronica di consumo,
giocattoli, orologi ecc.

Dove state andando?

Da un lato c'è una transizione abbastanza
chiara per quanto riguarda la parte
media dal fisico al digitale, trend chiaramente
più avanzato negli Usa, e in
Inghilterra dove Kindle è stato lanciato
nell'autunno dell'anno scorso, mentre in
Italia è stato lanciato alla fine del 2011.Poi abbiamo la musica con gli Mp3, i film
dove abbiamo una società sponsorizzata
da noi che si chiama Lovefilm che è il più
grosso concorrente di Netflix nello streaming,
per non parlare dei game anch'essi
digitalizzati. In parallelo, l'obiettivo è di
aumentare sempre più il numero delle
categorie: di fatto Amazon diventa un
enorme catalogo di tutto quello che si
può comprare, dal libro al tagliaerba. Un
bazar globale.

Nell'ottobre scorso avete inaugurato
nel piacentino il primo cedi italiano,
addirittura in anticipo sui programmi.
Cosa vi ha convinto a bruciare i tempi?

Il fatto che il mercato italiano abbia avuto
una buona partenza ha influito sicuramente
sulla scelta. Questo ha prevalso su
una serie di fattori, dovuti alle peculiarità
dell'Italia, che avrebbero consigliato prudenza
come i problemi relativi a spedizioni
e consegne, l'utilizzo delle carte di
credito, la penetrazione di Internet e della
banda larga. Invece ci siamo resi conto in
pochi mesi che l'Italia era assolutamente
matura e al passo con il modello di Amazon
e quindi abbiamo accelerato i tempi
con gli investimenti sul magazzino.

È una conferma che il business va bene,
nonostante la situazione congiunturale
generale non sia delle più favorevoli …

Lo scenario non è positivo ma al suo interno
c'è il canale Internet che è l'unico
che cresce, probabilmente anche per l'arrivo
in Italia di Amazon, quindi di un'offerta
che prima non era disponibile con
questa ampiezza e ricchezza. Credo che
ci sia una componente anticiclica nel
fatto di offrire un buon servizio a prezzi
molto convenienti.

Quali sono i criteri che hanno indirizzato
la realizzazione del centro distribuzione
e quali le sue caratteristiche
distintive? Avete replicato un format
preesistente?

Certamente. Esiste una parte dedicata
ai cosiddetti sortable items, vale a dire
tutto ciò che ha dimensioni non superiori
ad una scatola di scarpe -come i media,
dischi, libri ecc- e poi c'è una parte
di magazzino dedicato ai non sortables
(cucina, casa, giardino, sport, tv, grandi
pc ecc). Per il resto tutta l'organizzazione,
l'impianto, le infrastrutture tecnologiche
replica i magazzini tipo di Amazon, che
sono tutti ottimizzati rispetto alla performance
che ha Amazon.
Il kindle a 99 euro ha avuto un successo
enorme online.

Pensate di mantenere
l'esclusiva per la vendita nei pdv a insegna
PcCity di Unieuro o di allargare la
distribuzione anche ad altri specialisti
di consumer electronics?

Credo che in Italia avverrà quello che è
successo in altri paesi dove c'è una presenza
nei pdv fisici di diverse catene. Essere
presenti nei punti di vendita, dove è
possibile toccare fisicamente il prodotto,
è importante, anche per tutte le specificità
di Kindle che non è assimilabile ad
altri lettori.

Quale strategia avete messo a punto
per il canale mobile?

Il mobile rappresenta per noi un canale
significativo e lo seguiamo con molta
attenzione. Abbiamo rilasciato delle
application per iPhone e presto anche
per Android. Non va poi dimenticato che
Kindle, ingiustamente accusato di essere
un sistema chiuso, ha una app che si
può scaricare su iPad , iPhone ecc e che
consente di leggere i libri acquistati con
Kindle anche su altri device.

Con l'iniziativa Marketplace avete
aperto il vostro sito ai venditori. Quali
servizi offrite ai partner?

Con l'apertura del sito ai venditori, avvenuta
nel luglio scorso, la selezione in
elettronica, software e videogiochi è aumentata
di oltre 250.000 prodotti, da
settembre si sono aggiunti oltre 200.000
libri, cd, dvd e Blu-ray. Circa un terzo di
tutti gli articoli ordinati sui siti Amazon
sono venduti dagli oltre due milioni di
venditori attivi su Amazon Marketplace.
Con l'interfaccia web Seller Central
i venditori possono gestire ogni aspetto
della vendita su Amazon.it, ad esempio
aggiungere informazioni riguardanti un
prodotto, aggiornare il catalogo, gestire
gli ordini e i pagamenti. Grazie a Seller
Central i venditori possono anche vendere
su tutti gli altri siti europei di Amazon in
Francia, Germania, Inghilterra e Spagna.
Si tratta di un'area in grande crescita,
quella di Marketplace Italia, che permette
di ampliare ulteriormente la selezione
dei prodotti disponibili.

Ci sono servizi presenti sugli altri siti a
livello worldwide che non sono ancora
presenti in Italia ma che state pensando
di introdurre?

Gli altri siti, in forza della loro “anzianità
di servizio” sono molto più avanti, più sofisticati
e ottimizzati. Piano piano anche
noi raggiungeremo quel livello di complessità
e di sofisticazione nella gestione:
dall'introduzione di nuove categorie a
tutto ciò che consente di migliorare la velocità
di funzionamento della “macchina”,
come la gestione dei rapporti con i vendor
e della merce a magazzino, l'integrazione
Edi con i fornitori per avere accesso
alle giacenze in modo da sapere cosa è
acquistabile e spedibile subito ecc.

Come alimentate il rapporto con i clienti
e quali strumenti avete messo in
campo in ottica fidelity?

Il più importante è Prime, formula che
dietro il pagamento di 9,99 euro l'anno,
permette di ricevere in due-tre giorni tutto
quello che si ordina, anche un libro alla
volta, senza pagare le spese di spedizione.
Un altro strumento di comunicazione
con i nostri clienti è rappresentato dalle
mail, targettizzate in base agli acquisti
recenti e in ottica cross category.

Considerando tutta la filiera, quanto è
sostenibile dal punto di vista ambientale
il vostro business?

Tutto il nostro magazzino è CO2 negativo,
cioè consuma meno energia di quella che
produce perché tutto il tetto è coperto di
pannelli solari. Inoltre, dal punto di vista
ambientale ritengo che sia altamente efficiente
non far viaggiare le persone ma
far viaggiare le merci.

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