Kiko (Gruppo Percassi) rafforza la sua presenza internazionale
Kiko store a Orio al Serio. Design by Kengo Kuma
Kiko Milano è ormai una catena mondiale della cosmetica. Entro fine 2023 Percassi aprirà 120 nuovi store, arrivando a oltre 1.100 negozi in 75 Paesi

Tornata al 100% di proprietà di Percassi, che ha lanciato il marchio, Kiko Milano vuole essere "ambasciatore dell’arte e della bellezza italiana nel mondo", contribuendo a dare slancio alla cosmetica italiana, settore che genera un fatturato superiore a 22 miliardi di euro e occupa oltre 300.000 persone compreso l’indotto.

Da catena regionale a "global beauty player"

I risultati 2022 di KIKO Milano sono stati i migliori di sempre -commenta Simone Dominici, ceo di Kiko Milano- battendo tutti i record dei principali indicatori economico-finanziari precedenti alla pandemia, grazie alla trasformazione da una catena di negozi make-up principalmente regionale a global beauty brand presente in oltre 60 Paesi, leader nell’innovazione di prodotto e di servizio al cliente. Il nostro modello di creazione del valore, fondato sul miglioramento costante della marginalità, ci permette di investire in innovazione, servizio ed espansione geografica omnichannel, generando una crescita profittevole e sostenibile nel tempo di molto superiore al mercato. Entro la fine del 2023 apriremo altri 120 store, arrivando a oltre 1.100 negozi in 75 Paesi. Nella seconda parte dell’anno lanceremo una nuova piattaforma di Unified Commerce, che integrerà tutti i canali e i sistemi, migliorando il modo in cui serviamo i nostri clienti, e allo stesso tempo guadagnare in efficienza e capacità di crescita. Il piano di sviluppo punta inoltre a raggiungere, entro la fine del 2027, 2.000 punti vendita, con l’ingresso in nuovi Paesi e il rafforzamento della nostra presenza in Asia, America Latina e Africa, con l’obiettivo di raggiungere ricavi netti pari a 1,250 miliardi di euro”. 

Kiko, Corso Vittorio Emanuele,Milano

Kiko Milano è controllata al 100% da Gruppo Percassi attraverso la holding Odissea. Nel 2022 ha registrato i risultati migliori di sempre, con ricavi netti pari a 671 milioni di euro, +42% rispetto al 2021 e +14% sul 2019. La crescita interessa tutte le aree geografiche e i segmenti di clientela, con risultati ampiamente superiori ai livelli del 2019. L’America è l’area geografica che registra la maggior crescita nel 2022 (+55% rispetto al 2021) con il Brasile che ha più che raddoppiato il fatturato e gli Stati Uniti tornati a crescere a doppia cifra dopo anni difficili, grazie alla spinta dell’eCommerce. Ottima anche la partenza in Centro America, con l’apertura di nuovi mercati come Martinica, El Salvador e Honduras. L’Europa, l’area geografica più grande, è cresciuta del 46% sulla spinta di Regno Unito, che ha registrato l’incremento più importante (+60%), Francia (+58%), Spagna (+50%) e Italia (+40%).

L’Asia ha assorbito bene la difficile situazione in Cina, mettendo a segno un +21%, con i Paesi del Medio Oriente a +90% e l’ingresso in nuovi mercati come la Tailandia e le Filippine. Da segnalare il rafforzamento in Africa, con l’ingresso in Egitto e Marocco, con risultati raddoppiati rispetto alle aspettative.

Tornando ai dati economico-finanziari, l’ebitda, pari a 75 milioni, scatta in avanti con un balzo del +350% (+53 milioni) rispetto al 2021 e soprattutto +18 milioni (+30%) vs 2019, "a testimonianza che la nuova strategia fondata sull’elevazione della marca con un focus su innovazione e servizio e un minor ricorso alla leva promozionale, sta generando valore in maniera sostenibile, con una resa al metro quadro a doppia cifra".

Rimane inoltre sempre alta l’attenzione di Kiko nei confronti dell’Esg: ne è prova anche il primo rapporto di sostenibilità realizzato con Kpmg. L’attenzione riguarda, oltre agli ambiti dell'efficienza e dell'economia circolare (es. raccolta imballaggi di plastica, introduzione luci  a Led nei negozi per favorire il risparmio energetico), anche i dipendenti Kiko, attraverso la formazione e il lancio di un programma di wellbeing e bonus straordinario; e le comunità in cui opera, attraverso le partnership con diverse associazioni e fondazioni italiane a difesa della salute e della lotta contro la povertà.

 

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