Liberi tutti con 20 miliardi in più

Monopoli e cartelli più o meno mascherati, inefficienze, lobbies: tutto questo è alla base della mancata deregulation del commercio. Con un costo per i consumatori quantificabile in 20 miliardi di euro.

Il conto è stato presentato stamattina dal Cermes-Bocconi, che ha analizzato, per Federdistribuzione, l’effetto che una apertura dei mercati avrebbe sul sistema Paese. Sei i settori su cui si è concentrato lo studio, presentato dal professor Roberto Ravazzoni (nella foto): distribuzione alimentare, distribuzione non alimentare, farmaci, carburanti, banche ed assicurazioni.

I consumatori italiani pagano di più
Per quanto riguarda il commercio, food e non food, in Italia i consumatori pagano mediamente di più la merce perché la gdo non ha ancora raggiunto uno sviluppo paragonabile a quello dei principali paesi europei: insegne più diffuse e gestite da aziende di maggiore dimensione significa poter acquisire i prodotti contando su economie di scala che poi si riflettono sul prezzo finale: anche se una liberalizzazione delle licenze potrebbe dispiegare tutti i suoi benefici effetti solo a condizione che vi siano infrastrutture in grado di consentire un’ottimale gestione delle logistica.

Per i farmaci senza obbligo di prescrizione la strada del risparmio per gli italiani è già stata delineata dal decreto Bersani del 2006, un ulteriore passo in avanti sarebbe consentirne la vendita senza l’obbligo della presenza del farmacista; per i carburanti invece il percorso appare in salita, nonostante la gdo potrebbe vendere i carburanti con uno sconto medio (il calcolo è del Cermes) del 10%.

Settore banche e assicurazioni
Infine i due settori finanziari: banche e assicurazioni, che peraltro vengono regolarmente presi di mira dall’Antitrust. La mancanza di competizione e di soggetti stranieri fanno sì che gli spread sui prestiti in Italia siano più alti che all’estero, mentre nella Rca auto sono molto pochi gli assicurati che ogni anno cambiano compagnia. Una maggiore mobilità indotta dalla concorrenza farebbe scendere le tariffe.

Commentando i dati il presidente di Federdistribuzione, Paolo Barberini, ha detto: “Denunciare i costi del sistema per le mancate liberalizzazioni significa anche affrontare il tema dei costi delle imprese, e in particolare di quelle delle distribuzione moderna. Vengono fatti da più parti richiami costanti sui livelli dei prezzi, ma non si discute dei costi generali che un’azienda sostiene e che incidono per le aziende della gdo per il 24% del fatturato, quando in un confronto con quattro grandi operatori internazionali europei questa voce si ferma al 17%”.

Il costo delle mancate liberalizzazioni

 Settore Costo
(mio euro)
 Commercio alimentare  5.633
 Commercio non alimentare  2.504
 Farmaci  67
 Carburanti  744
 Banche  7.100
 Assicurazioni  4.100
 TOTALE  20.148

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