Linkontro, Mario Calabresi: addio presente perenne

Una standing ovation Linkontro non l'aveva ancora tributata. Lo ha fatto al termine dell'intervento di Mario Calabresi, direttore de La Stampa. È l'effetto di un visionario tentativo effettuato dal giornalista di trarre in salvo la platea della business community da quel mare placido e immenso, quanto infido, che è il presente perenne. Uno status permanente e infinito, ma angusto come può esserlo un punto. Un centro di attrazione talmente forte che inghiotte il futuro come pure il passato.

Bloccati dal presente
Perché non può esserci una percezione del futuro se continuiamo a vivere nella convinzione che “un momento come questo non si era mai visto”. È vero quanto ci raccontiamo? Davvero le cose stanno così? Gli esempi portati da Calabresi a testimoniare l'esatto contrario sono stati numerosi e documentati. “E allora vale la pena tornare a ragionare su questo malessere diffuso. Possibile che sia generato dal semplice declino che stiamo
vivendo?”.

Manca il senso del futuro
No: è la mancanza del senso di futuro che sta diventando non più tollerabile. Una situazione venutasi a creare per dinamiche di informazione e comunicazione più che di
economia e finanza. “Il presente perenne è per sua natura drammatico. Il meccanismo prevede che la notizia vada spalmata in tutte le case, senza alcuna contestualizzazione”. Come uscirne? Calabresi non crede nella decrescita (“non è affatto gentile, la decrescita, ma brutale”). Ritiene che il recupero del senso del tempo sia “di chi abbia fame: fame per esempio
di giocare la partita - che si può anche perdere - ma non in maniera insensata, ritenendo che ce l'abbiano rubata prima ancora di giocarla”.

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