Mini bond pro Pmi alimentari contro credit crunch

Oltre 500 aziende alimentari italiane di piccola e media dimensione potrebbero drasticamente ridurre i loro problemi di liquidità e di accesso al credito raccogliendo risorse presso i risparmiatori. Lo dice uno studio della Crif rating agency, che ha identificato 10.457 aziende italiane con le caratteristiche idonee all'emissione dei “mini bond” previsti dal decreto sviluppo 2012 e che cominciano ad affacciarsi sulla scena finanziaria del nostro Paese.

Le caratteristiche
I produttori alimentari identificati sono 547.
Lo studio Crif ha focalizzato l'attenzione sulle aziende con fatturato di almeno 5 milioni di Euro, Ebidta pari ad almeno il 10% del fatturato e sempre positivo negli ultimi 3 anni e leva finanziaria (cioè il rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto) non superiore a 4. Inoltre sono presenti i requisiti previsti dalla normativa del Decreto Sviluppo e dal regolamento dell'ExtraMOT PRO (la nuova piattaforma creata da Borsa Italiana per accogliere obbligazioni e cambiali finanziarie emesse ai sensi del Decreto Sviluppo), ossia la pubblicazione del bilancio degli ultimi due esercizi, di cui l'ultimo sottoposto a revisione contabile. Le aziende alimentari identificate si trovano in prevalenza nel Nord-Est, dove sono 203, ovvero il 37,5% del totale. Seguono quelle del Nord-Ovest (741 casi, 32,1%), del Sud e Isole (113, 20,8%) e del Centro (52, 9,6%).

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