Packaging e sostenibilità, la tavola rotonda a Marca

Packaging e sostenibilità
Alla presentazione dei dati Nomisma sul packaging e sostenibilità a Marca ha fatto seguito una tavola rotonda con Crai, Granarolo, Tetra Pak e Cpr System.

Alla presentazione dei dati Nomisma sul packaging e sostenibilità a Marca ha fatto seguito una tavola rotonda moderata da Amando Garosci sulle attività concrete mirate alla sostenibilità di 4 aziende: Crai, Granarolo, Tetra Pak e Cpr System. Ne emerge un'attenzione generalizzata al tema green che ormai fa parte dei pilastri di ogni nuovo progetto avviato, subito dalla fase di definizione. Mentre le attività già in corso vengono vagliate e rinnovate per ridurre al minimo l'impatto ambientale.

Packaging e sostenibilità in Granarolo

Granarolo ha cominciato a lavorare in maniera strutturata sul packaging da circa 6 anni inserendolo nei tre obiettivi primari dell'azieda rispetto alla sostenibilità, ovvero la riduzione della plastica (qui rientrano le confezioni), il benessere animale, la riduzione dell'impatto ambientale con gli impianti di biometano consortili. "Con tutti e 10 gli impianti di biometano a regime - commenta Myriam Finocchiaro, communication, external elations e sustainability manager di Granarolo - abbatteremo completamente le emissioni di Co2 degli allevamenti".

Il vantaggio dell'azienda è nel gestire l'intera filiera del latte, dagli allevatori alla trasformazione della materia prima, con 637 cooperative di allevatori in 12 regioni italiane.

La riduzione della plastica si attua in vari ambiti: attraverso la sgrammatura delle bottiglie, con l'uso di plastica riciclate, eliminando del tutto la plastica dove non serve (per esempio il vasetto dello yogurt Yomo è in carta), e facendo ricerca e sviluppo mirate. In particolare la ricerca si concentra su come eliminare i poliaccoppiati, che sono problematici da riciclare, e come ridurre gli sprechi. "Per convincere i consumatori ad aderire a queste scelte proponiamo i prodotti confezionati in modo sostenibile allo stesso prezzo di quelli tradizionali - prosegue la manager - e tendiamo ad anticipare i tempi, come è successo 2 anni fa con l'anello per ancorare il tappo alla bottiglia di plastica".

In Granarolo opera una R&D dedicata al packaging, oltre a quella sul prodotto, e l'investimento per l'innovazione di prodotto, processo e operation vale 300 milioni di investimenti. Entro il 2026 aprirà a Bologna l'Innovation Center di Granarolo con uno stabilimento pilota per testare prodotti e pack. Sempre a Bologna ha sede un acceleratore nato su iniziativa di Granarolo insieme ad altre aziende (e potrebbero entrarne ancora, dice Myriam Finocchiaro), per finanziare insieme  startup che si dedichino ai bisogni espressi dalle aziende partner.

Tetra Pak investe nelle infrastrutture

Non solo azioni concrete in azienda, ma investimenti nelle infrastrutture che permettono di attuare il riciclo dei materiali. "Abbiamo investito 30 milioni di euro per i sistemi di raccolta e riciclo - ha detto Francesca Priora, sustainability director di Tetra Pak South Europe - . È un booster per l'industria su quello che il consumatore richiede e che il regolatore prevede".

I pilastri della strategia di Tetra Pak sono:
-l'abbattimento delle emissioni clima-alteranti sui siti produttivi (dal fornitore al pacchetto a scaffale, tutta la filiera);
-la biodiversità, ovvero la tracciabilità delle materie prime per non incorrere in problemi di scarsità delle stesse;
-la circolarità by design per il riutilizzo dei materiali in altre applicazioni. Questo è un grande laboratorio a livello europeo.

"Il packaging nasce prima di tutto con l'obiettivo di prevenire lo spreco nella distribuzione del cibo - dice Francesca Priora - una difesa dagli agenti esterni. Per i nostri prodotti è una barriera polimerica con un leggero filo di alluminio, che nelle confezioni da 1 litro corrisponde al 25% del packaging. Il nostro impegno si focalizza sulla R&D per semplificare l'imballo e per creare una infrastruttura di riciclo del PolyAl, la frazione di poliaccoppiato che andrebbe separata dal resto della confezione. Qui risultano vincenti le sinergie industriali, che raddoppiano il ritorno per l'impresa".

Un esempio è il pallet in PolyAl di Cpr System. "Siamo nati nel 1998 da una intuizione dei produttori ortofrutticoli per creare un sistema di filiera mettendo in comune le competenze logistiche - spiega Rodolfo Maioli, responsabile commerciale Fclog e Cpr System - . Lavoriamo sulle richieste della filiera, come il pallet il PolyAl Noè. Nasce all'insegna delle sinergie industriali, con un accordo con Lucart, riciclatore di Tetra Pak in Italia, e con Tetra Pak per i grandi volumi di materiale". A gennaio 2024 è cominciata la produzione industriale del pallet, impiegando 5 tonnellate di PolyAl".

"La sostenibilità è già attivamente integrata nelle attività aziendali - prosegue Rodolfo Maioli -, adesso occorre fare scala, creare meccanismo virtuosi dalla fornitura al riciclo, anche andando oltre le normative e facendo ricerca. Le partnership tra le aziende accelerano il processo".

"Un sistema che funziona, anche grazie alle partnership tra aziende - spiega Rodolfo Maioli - dà stabilità . Il retail si trova con costi certi e non subisce le oscillazioni di mercato, i grandi numeri permettono di creare valore e questo risparmio si riflette a scaffale, nei prezzi che gd e do possono praticare al pubblico".

La sostenibilità nel piano di rilancio Crai

Il socio più importante di Crai per fatturato e visione è Abbi Group in Sardegna e Lazio, azienda che ha già un bilancio non finanziario ed è azienda benefit. "I valori di sostenibilità sono integrati nella progettazione della mdd - afferma Roberta De Natale, quality e sustainability manager di Crai - perché la mdd è diventata marca, un riferimento per i clienti, driver di crescita per l'azienda e ambasciatrice delle nostre iniziative. Quindi anche della sostenibilità, dai fornitori sul territorio, al benessere animale e la cura delle filiere agricole. Già negli Anni 90 i retailer si sono impegnati per essere una leva di miglioramento dell'alimentare, allora era lo Hccp, oggi accade con la sostenibilità. Il packaging rientra nella riflessione sulle materie prime, esattamente come si fa per il prodotto, e di conseguenza si ragiona con i fornitori cercando di influire sulle scelte industriali grazie ai volumi".

L'efficientamento è uno degli aspetti che la distribuzione persegue con maggior interesse, e si attua su fronti diversi, tra questi c'è sicuramente la logistica. Crai per esempio attua il riuso dei film plastici che avvolgono i pallet, rilavorati in bobine per il ri-uso. La sostenibilità si declina a tutti i livelli della filiera, non solo per l'imballo primario.

"È molto importante anche coinvolgere le comunità locali e i clienti - dice Roberta De Natale - attraverso la comunicazione sul packaging, instore e dando approfondimenti sulle iniziative dei retailer che hanno impatto anche a livello domestico. Occorre comunicare in maniera sostanziale, informata, e si può fare in maniera pre-competitiva, di filiera".

 

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