Si aprono più imprese agricole che industriali

Il trend della nuova passione per l’orto sotto casa, che coinvolge anche nomi illustri, da Michelle Obama alla regina d’Inghilterra, ha un importante parallelo nella più concreta realtà economica: nel primo trimestre del 2009, infatti, in Italia sono nate più imprese agricole che industriali.
È quanto è emerso nel corso del recente Salone della creatività del made in Italy a tavola promosso dai giovani della Coldiretti nell’ambito della consegna dei premi Oscar Green, realizzati con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica per mettere in evidenza i più curiosi esempi di innovazione nelle campagne.

Un ruolo anticiclico
La capacità di crescita e innovazione del settore è confermata dai dati elaborati da Infocamere dai quali emerge che, nel primo trimestre di quest’anno, sono nate 10.269 imprese in agricoltura contro le 9.014 dell’industria: secondo l’Istat, l’agricoltura è l’unico settore a registrare un aumento tendenziale del valore aggiunto (+0,1%) rispetto al calo generale del 6%, nello stesso periodo. 
“Si tratta della conferma del ruolo anticiclico del settore primario che -precisa Coldiretti- sta attraversando una fase di profondo cambiamento, grazie all’ampliamento del campo di attività dalla semplice coltivazione ed allevamento a quella di trasformazione e vendita, di cura dell’ambiente, didattiche, ricreative e sociali".
Alla scomparsa di molte aziende marginali fa, quindi, da contraltare la nascita di imprese innovative spesso condotte da giovani che rispondono alle nuove domande di sicurezza alimentare e ambientale del consumatore.

I giovani agricoltori
In Italia sono quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole, divenendo la componente più dinamica dell’agricoltura italiana.
Secondo l’indagine di Coldiretti, le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54% alla media ( 9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75% della media (18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per azienda in più. Inoltre, i giovani hanno una maggiore propensione al biologico (3,7% delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1%), ma incontrano qualche difficoltà nell’acquisto del capitale terra, che solo nel 54% dei casi è in proprietà rispetto al 74% della media nazionale.
Nell’Unione Europea sono circa un milione mezzo gli imprenditori agricoli under 35 con una percentuale inferiore al 9% del totale. L’età media del conduttore di azienda è di 54 anni, nonostante l’allargamento abbia “ringiovanito” il settore con paesi come la Polonia dove sono giovani il 16,3% degli imprenditori agricoli rispetto al 3,9% dell’Italia e al 2,7% del Portogallo, con l’agricoltura “più vecchia” d’Europa.

Vento d’innovazione
 “Coniugare vecchi sapori e nuovi saperi è la miscela innovativa su cui poggia il successo e il cambiamento delle imprese- ha affermato Sergio Marini, presidente di Coldiretti -. Imprese che, trasformando il loro sogno imprenditoriale in un vero e proprio progetto aziendale, possono guardare oltre la crisi senza paura e costruire, così, una filiera agricola tutta italiana a vantaggio dell’agricoltura e dell’economia dell’intero Paese”.

 

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